Claudio Baglioni incanta Palazzo Madama: tre capolavori, omaggio ai 2.500 anni di Napoli e la martinella al cantante
Al termine del concerto, il presidente del Senato ha confidato di desiderare da tempo di ospitare l'artista romano
Claudio Baglioni ha incantato l’Aula di Palazzo Madama eseguendo tre dei suoi capolavori, «La vita è adesso», «Avrai» e «Strada facendo», nel tradizionale appuntamento natalizio del Senato, affollato oltre ogni previsione.
Non figurava in scaletta «Quella sua maglietta fina», ma, come ha osservato il presidente di Palazzo Madama, Ignazio La Russa, quel brano «fa parte della nostra storia, del nostro modo di sentirci italiani».
La serata ha reso omaggio anche ai 2.500 anni dalla fondazione di Napoli, con l’Orchestra e il Coro del Teatro San Carlo a sostenere il programma, arricchito da pagine di Verdi, Rossini e Sant’Alfonso Maria de’ Liguori.
In tribuna presenti il sindaco Gaetano Manfredi e il sovrintendente del San Carlo, Fulvio Macciardi.
A entrambi, così come a Baglioni, La Russa ha consegnato la “martinella”, la campanella simbolo del Senato utilizzata in Aula per richiamare all’ordine i parlamentari: «La puoi usare per mettere ordine nella musica italiana», ha scherzato rivolgendosi al cantautore.
Al termine del concerto, il presidente del Senato ha confidato di desiderare da tempo di ospitare Baglioni a Palazzo Madama. «Mi sarebbe piaciuto avere anche Adriano Celentano ma mi hanno detto che è impossibile», ha ammesso, rivelando il suo podio personale nel quale spicca, a sorpresa, Zucchero, «il mio preferito» anche se «è di sinistra».
«Ci siamo conosciuti tanti anni fa, per caso ci siamo incontrati in una vacanza», ha aggiunto. E, tra le chiacchiere di quei «7 giorni», ha ironizzato: «il suo staff era tutto di destra».
L’auspicio, ora, è di vedere varcare quel portone anche a Fornaciari.
Accanto a La Russa, in prima fila, sedevano il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
In apertura, il numero uno di Palazzo Madama ha rivolto un pensiero ai «tanti cristiani perseguitati nel mondo» e a quanti soffrono: «malati, carcerati, persone vittime del lavoro» e – aggiunge – «anche ai soldati e alle forze dell’ordine che ogni giorno fanno qualcosa che mette a rischio la loro incolumità per la nostra sicurezza. Un pensiero affettuoso poi a tutte le famiglie, eroi quotidiani che sono il fondamento della nostra comunità».
Quindi l’appello alla pace, «che è, ogni giorno di più, un bene prezioso da conquistare. Una speranza di pace concreta, oltre che in Medioriente, sembra profilarsi in Ucraina e noi ce lo auguriamo nel modo più profondo e possibile».
Brindisi finale in sala Garibaldi.
Tra quanti si sono fermati per complimentarsi con Baglioni anche Claudio Lotito, senatore di Forza Italia e presidente della Lazio. Alla domanda sul tifo del cantautore, ha tagliato corto: «Ma non lo so cosa tifa: siamo amici da tanti anni ma non gliel’ho mai chiesto…».