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Il caso

Colpo al patrimonio del grossista della droga Giuseppe "Pinuccio" Vitale: l'operazione della Finanza

La Procura di Catania ha disposto il sequestro di oltre 300mila euro al presunto "grossista" della droga vicino al clan Cappello‑Bonaccorsi: immobili, contanti e due ditte, tra cui il bar "Caffè in Piazza" a San Giovanni Galermo, dopo indagini sul traffico di stupefacenti e autoriciclaggio.

Redazione Catania

05 Dicembre 2025, 09:43

10:25

Nuova offensiva della Procura distrettuale Antimafia di Catania e della Guardia di Finanza contro i patrimoni della criminalità organizzata. I finanzieri del Comando provinciale etneo hanno dato esecuzione a un provvedimento del Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione, sequestrando beni per un valore di oltre 300 mila euro riconducibili a Giuseppe Vitale (classe '69), ritenuto figura contigua al potente clan mafioso Cappello-Bonaccorsi. Il sequestro, mirato ad aggredire la ricchezza di origine illecita, ha colpito un immobile nel capoluogo etneo, denaro contante e due ditte individuali, tra cui un bar denominato "Caffè in Piazza", attive nel settore della somministrazione di alimenti e bevande.

Le indagini: il "grossista" della droga e l'autoriciclaggio

Giuseppe Vitale, già condannato nell'ambito della complessa operazione "Slot machine" condotta dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria (PEF) della Guardia di Finanza di Catania, è risultato colpevole di reati gravissimi, tra cui traffico organizzato di stupefacenti aggravato dall'aver agevolato il clan Cappello-Bonaccorsi, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni.

Le indagini avevano svelato l'operatività di un'associazione criminale diretta proprio da Giuseppe Vitale – detto "Pinuccio" – insieme ai fratelli Franco, Fabio e Santo. Questo sodalizio, nel biennio 2018-2020, era emerso come un vero e proprio centro di distribuzione all'ingrosso di droga, gestendo ingenti quantitativi di cocaina, marijuana e hashish per rifornire le piazze di spaccio locali.

Cifre da record nello spaccio e il sequestro preventivo

I riscontri sul campo avevano portato all'arresto in flagranza di sette soggetti e a sequestri eccezionali di sostanze stupefacenti, tra cui circa 34  kg di cocaina, 400 kg tra marijuana e hashish, 11.000 piante di cannabis e 38 proiettili calibro 9. Gli inquirenti avevano anche documentato il sofisticato meccanismo di reimpiego dei proventi illeciti in attività commerciali apparentemente lecite, una mossa tesa a schermare i beni e a eludere le misure di prevenzione patrimoniale.

Alla luce del quadro probatorio, che dipinge Vitale come un soggetto "socialmente pericoloso" dedito a vivere con i proventi di attività delittuose, la Procura e la Guardia di Finanza hanno condotto i meticolosi accertamenti economico-finanziari. È stata accertata una netta sproporzione tra i beni accumulati e i modesti redditi dichiarati, rendendo palese l'origine criminale delle ricchezze.

Il maxi sequestro odierno conferma l'impegno costante delle Forze dell'Ordine e dell'Autorità Giudiziaria nel contrastare le associazioni mafiose anche sul piano economico, fondamentale per evitare l'inquinamento del sano tessuto imprenditoriale del territorio catanese.