il corteo
Migliaia a Messina contro il ponte sullo Stretto: protesta, numeri e voci dal corteo
La mobilitazione contro il progetto: in piazza le forze di opposizione
A Messina, la manifestazione contro il Ponte sullo Stretto, scandita dallo slogan «Lo Stretto non si tocca», ha registrato secondo gli organizzatori un’adesione senza precedenti: «Siamo 15 mila», affermano, nonostante la pioggia battente.
Dall’altra sponda, in videocollegamento con un convegno a Reggio Calabria, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha ribadito la linea del governo: «Rifare un’altra gara significa dire di no al ponte che serve a tutti. L’obiettivo è aprire i cantieri nel 2026». E ancora: «Il ponte serve ai siciliani, agli avvocati, ai medici, agli studenti, ai turisti, agli agricoltori, oltre che alla Difesa. Io sono convinto che supereremo le perplessità che la Corte dei conti ci ha sottolineato e invece di partire come avrei desiderato entro novembre, dicembre di quest’anno con i cantieri, vorrà dire che partiremo nel 2026».

I comitati contrari all’opera, rinfrancati dalla lettura delle motivazioni con cui la Corte dei conti ha bloccato il progetto, hanno attraversato la città con un lungo corteo partito da piazza Castronovo. In piazza, una coalizione di cento sigle: 5 comitati No Ponte, 47 associazioni ambientaliste, 36 tra associazioni e movimenti, 7 formazioni politiche e 5 organizzazioni sindacali.
SCHLEIN: «BUTTATI 13 MILIARDI, SALVINI E MELONI SI SCUSINO»
Dal palco, la segretaria del Partito democratico Elly Schlein ha dichiarato: «Sono qui per supportare l’azione dei comitati per il no al ponte perché questo blocco è una vittoria vostra, dei vostri argomenti che pazientemente avete portato avanti. Noi vi siamo al fianco insieme alle altre forze di opposizione presenti. Ma il messaggio per Meloni e Salvini è molto chiaro, dopo le motivazioni della sentenza della Corte dei conti: vi dovete fermare e vi dovete scusare per la vergogna di aver buttato 13 miliardi sottraendo tutte quelle risorse a tutte le altre infrastrutture che aspettano. Prima di tutto per i siciliani e i calabresi. Quante cose si potevano fare con quei 13 miliardi invece della propaganda fallimentare di questo governo».
Il portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, ha rincarato: «Voglio dire a Giorgia Meloni e Matteo Salvini: se pensate di andare avanti nonostante il diniego della Corte dei conti noi costruiremo un muro di legalità. Secondo Matteo Salvini il modello del ponte sullo Stretto si dovrebbe esportare. Io propongo di esportare Salvini».
In testa al corteo, l’ex sindaco di Messina e storico esponente del fronte No Ponte, Renato Accorinti, ha definito l’infrastruttura «un’opera inutile e devastante». Lo Stretto di Messina, ha aggiunto, «è una zona sacra a protezione speciale. Non si può toccare. Se dovessero aprire i cantieri faremmo la disobbedienza civile». E ancora: «Non è vero che col ponte c’è sviluppo. La Calabria è già legata all’Italia e all’Europa ed è la regione più povera d’Europa. Il Giappone è un complesso di isole non collegato con la terra ferma ed è la quarta economia del mondo. Non dobbiamo farci prendere in giro. E se la Sinistra andrà al governo noi saremo ancora più duri nel pretendere i diritti per i siciliani».
Quindi l’affondo: «Conte e Landini dove sono? Dovevano essere qui. In una battaglia come questa devono stare uniti». Alla mobilitazione hanno preso parte anche esponenti locali dei sindacati e del Movimento 5 Stelle. Per la CGIL era presente il segretario confederale Luigi Giove, mentre per il M5S ha partecipato la senatrice Barbara Floridia.