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Il 2024 si conferma l’anno più caldo mai registrato

Stato del clima 2025: a rischio 22 dei 34 "parametri vitali" della Terra

Redazione La Sicilia

29 Ottobre 2025, 17:30

Il 2024 si conferma   l’anno più caldo mai registrato

Il 2024 si conferma l’anno più caldo mai registrato e, con ogni probabilità, il più rovente degli ultimi 125 mila anni: è quanto emerge dal sesto rapporto annuale sullo Stato del Clima, pubblicato su BioScience da una coalizione internazionale guidata dall’Università Statale dell’Oregon. L’analisi segnala che 22 dei 34parametri vitali” del Pianeta risultano compromessi: dal costante aumento della temperatura degli oceani alla riduzione delle aree forestali per effetto degli incendi. Indicatori che hanno toccato valori senza precedenti e che testimoniano un’accelerazione sempre più inquietante della crisi climatica.

«Negli ultimi anni abbiamo visto i parametri vitali superare di parecchio i loro record», afferma Johan Rockström, direttore dell’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico e co-autore del rapporto coordinato da William Ripple e Christopher Wolf. «Ciò presenta una serie di rischi profondamente interconnessi per i sistemi essenziali del pianeta, dall’indebolimento della corrente Amoc dell’Oceano Atlantico (che potrebbe innescare sconvolgimenti climatici irreversibili) all’integrità della biosfera, fino alla stabilità delle risorse idriche globali».

Tra i dati più allarmanti, il consumo di energia da combustibili fossili nel 2024 ha raggiunto un nuovo massimo. Anche l’eolico e il solare hanno segnato incrementi notevoli, ma restano 31 volte inferiori rispetto all’energia ricavata da fonti fossili. La perdita di foreste a causa degli incendi ha toccato picchi storici: in Europa, la stagione estiva 2025 degli incendi è stata la più estesa mai documentata, con oltre un milione di ettari andati in fumo.

Nonostante il quadro critico, i ricercatori sottolineano che esiste ancora margine per contenere i danni. «Le strategie di mitigazione del clima sono disponibili e vanno implementate urgentemente - dice Ripple - possiamo ancora limitare il riscaldamento globale se agiamo con coraggio e rapidità. Ma la finestra si sta chiudendo: senza strategie efficaci - aggiunge il ricercatore - ci troveremo rapidamente di fronte a rischi crescenti che minacciano di travolgere i sistemi di pace, di governance, di salute pubblica ed ecosistemica».

Richiamandosi anche alle valutazioni dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il rapporto indica le misure ritenute più efficaci: una rapida eliminazione dei combustibili fossili, con l’obiettivo di coprire il 70% del fabbisogno energetico con fonti rinnovabili entro il 2050; la drastica riduzione dello spreco alimentare, responsabile oggi dell’8-10% delle emissioni globali di gas serra; e il passaggio a diete maggiormente basate su alimenti di origine vegetale. Decisivo, inoltre, il ripristino di ecosistemi chiave come foreste, zone umide, mangrovie e torbiere, capaci di assorbire circa 10 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno, equivalenti a circa il 25% delle emissioni attuali.