Calcio, Serie C
"L'infortunio di Cicerelli è grave, Catania ripartiamo tutti uniti"
Le parole del vice presidente Grella dopo gli episodi (anche arbitrali) che hanno danneggiato il club
Il vice presidente del Catania, Vincenzo Grella (Foto Galtieri)
Nel modo di gestire la società, ma anche il rapporto con il Palazzo del calcio, i dirigenti del Catania non hanno mai usato parole fuori posto, né comportamenti isterici. E dietro il messaggio diffuso dal club, con le parole del vice presidente Vincenzo Grella, ci sono concetti che si “leggono” tra le righe di quella che è stata la reazione, non dichiarata con voce roca, né tantomeno strillata, nei confronti degli ultimi episodi che hanno danneggiato soprattutto la squadra ma non solo.
Partiamo dal testo di Grella. «Un saluto a tutti i nostri tifosi. Ho il dovere e la responsabilità di comunicare il nostro grande dispiacere per l’infortunio di Cicerelli. Prendo spunto da questo per ricordarvi che abbiamo fatto un grandissimo lavoro in estate per costruire una squadra e un gruppo forte, che anche nei momenti di difficoltà sa come lavorare insieme per portare avanti il club. Ci saranno sempre momenti di difficoltà, ma vista la reazione della nostra gente sottolineo che tutti noi sentiamo questa grande responsabilità e pensiamo che, insieme, possiamo essere sempre più vincenti».
La società ha messo faccia e parole senza scendere allo stesso livello di una continua gazzarra che imperversa in questa categoria, senza improperi nei confronti di chi designa, di chi arbitra, di chi gioca non al calcio ma a massacrare gli avversari. Ed è stata una scelta che non vuole sobillare (ma chi il tifo? L’atteggiamento dei 16mila è stato corretto fino alla fine) ma che guarda avanti. Si fa riferimento a “un gruppo forte” che deve diventare ancor più unito e rodato per colmare le assenze. Tutte: da Chilafi a Cicerelli passando per gli altri infortunati senza dimenticare le 4 giornate di stop a Ierardi che stridono di fronte al "semplice giallo per Porro". Il Catania che lotta al vertice oggi esprime valori tecnici e umani di livello alto e chi è rimasto in piedi ha una motivazione in più per fare anche meglio.
I termini “dovere” e “responsabilità” sono da spiegare in modo approfondito. Il Catania ha espresso, ma senza fare tanta pubblicità, il proprio punto di vista sugli episodi chiave: i rigori non concessi, quello fischiato contro a Caserta, l’infortunio di Cicerelli per il modo in cui è maturato, a quale punto del match è accaduto, ma anche le dichiarazioni del post gara del tecnico avversario, quelle della vigilia in cui si diceva, correttamente, che il 10 del Catania era l’uomo più pericoloso: “Dobbiamo essere bravi a raddoppiare su Cicerelli ed i giocatori di maggiore qualità del Catania, non dandogli tanto spazio”. Alla vigilia era la frase più ovvia, corretta e comprensibile di questo mondo. Ma di fronte al gesto di un suo giocatore, Porro, alla violenza dell’intervento effettuato lontano da una delle due aree, di fronte anche al comportamento dell’arbitro che ha estratto il “giallo” non pensiate che Grella, Zarbano, Pastore abbiano porto l’altra guancia, specie in assenza anche di un semplice messaggio di "auguri di pronta guarigione" per Cicerelli forse neanche pensato alle latitudini laziali.
Magari non lo dicono, ma le azioni per far valere i diritti del Catania, dei tifosi, della squadra, dell’intera città sono state portate avanti. Non accadrà nulla di eclatante, non ci saranno provvedimenti da inversione a “U”, nemmeno cambiamenti radicali nel modo di dirigere (con malizia, con errori involontari, con sviste che possono capitare, con il FVS che non porta quasi mai a mutare l’idea maturata in campo dai fischietti) ma il silenzio mediatico interrotto ieri dal vice presidente etneo rappresenta il segnale che c’è una società che opera, vigilane comunica senza urlare. E magari agisce accantonando vittimismo e prepotenza, senza proporre copertine a colori o musiche da “hit” in sottofondo e si fa sentire non certo per avere 10mila “mi piace” sui social.