×

Calcio, l'intervista

Del Core: "Vi rivelo i retroscena della promozione in Serie A del Catania"

L'incontro a Bari Vecchia con l'ex attaccante rossazzurro e gli aneddoti sull'ad Lo Monaco e sul presidente di allora, Pulvirenti

Giovanni Finocchiaro

17 Novembre 2025, 16:48

17:23

Del Core: "Vi rivelo i retroscena della promozione in Serie A del Catania"

Bari. Nel cuore di Bari Vecchia vive, lavora e - quando si parla del Catania - si commuove una delle leggende del calcio rossazzurro. Diciannove anni dopo il gol all’Albinoleffe che sancì il ritorno in Serie A non solo della squadra, ma dell’intera città, Umberto Del Core ferma il tempo.
Di ritorno dalla trasferta di Casarano, un salto nel bar dell’ex ragazzino che giocava tra i vicoli con Cassano diventa un Amarcord che ai tifosi è piaciuto tanto dopo il video lanciato sui nostri social: «L’unico cimelio che espongo nel mio locale è la maglia del gol promozione. Riassume tutte le sensazioni - ammette Del Core - che ancora oggi non sono andate via dal mio cuore».
Cosa le è rimasto di quel giorno trionfale?
«Tanto. L’affetto dei catanesi. Che arrivano qui per salutarmi e per trasmettermi le emozioni provate al momento del ritorno in Serie A del calcio e della stessa città».

Ci sono episodi inediti che riemergono.

«Uno su tutti: dicevo spesso al presidente Pulvirenti che lo avrei portato io al salto di categoria. Quando si avverò eravamo felici tutti quanti. Avevo mantenuto la parola».
Rivede ogni tanto quel gol?
«Spesso. Quando Marino mi ha detto di riscaldarmi sono entrato convinto di far qualcosa di importante per la squadra. Su quella palla mi sono fiondato con tutta la rabbia possibile. Mi ha spinto tutto lo stadio, c’erano 25mila persone e avverto due sensazioni».
Quali?
«Il boato del Massimino e gli schiaffi di Lo Monaco».
Schiaffi?
«Ricordate? Mi inseguì per il campo e tutti avete creduto che fosse la sua gioia per il gol. Invece mi ha raggiunto, non so come abbia fatto, per rimproverarmi. La partita non era finita e temeva che ci potessimo cullare dopo il vantaggio».
Eppure quel giorno lei partì dalla panchina.
«Abbiamo “giocato” tutti, anche coloro che non hanno messo piede in campo».
De Zerbi era ai bordi perchè scontava un turno di squalifica.
«Che persona, Roberto. Lo sa che sono stato di recente a trovarlo a Marsiglia? La persona è rimasta sempre quella che ho conosciuto io, l’allenatore è di livello assoluto. Già quando dividevamo la camera durante i ritiri a Catania ragionava da tecnico».
Il Catania oggi lotta per tornare su.
«Sarà una lotta a tre con Benevento e Salernitana. Ma io credo che il Catania sia più attrezzato, ma ha un grande vantaggio rispetto a tutte le altre: il calore e il sostegno dei tifosi».
Negli anni scorsi l’abbiamo rivista al Massimino per una gara Amarcord.
«Tornerò presto per assistere a una partita. E porterò la mia fidanzata perchè possa conoscere una realtà che sento ancora mia. L’accompagnerò in giro per la città che resta bellissima. E, poi, ovviamente al Massimino».
Perchè non ha continuato nel mondo del calcio?
«Ho “costruito” da zero le mie attività: il bar, le case vacanza nel cuore di Bari Vecchia. Questo, adesso, è il mio mondo. E ne vado fiero».