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Tennis

Sinner e la Sicilia: "Diversa dall'Alto Adige, ma l'Italia è un Paese straordinario e sono felice di farne parte"

Jannik Sinner: orgoglio per l'Italia, scelta di rinunciare alla Coppa Davis per preservare energie, fiducia nella profondità della squadra e appello all'unità in vista delle Nitto ATP Finals

Luigi Ansaloni

06 Novembre 2025, 06:24

sinner

Il campione azzurro Jannik Sinner

Sono orgoglioso di essere italiano, felice di essere nato qui e non in Austria o altrove. Questo Paese merita molto di più, anche di quello che sto facendo io. Abbiamo le strutture, abbiamo gli allenatori, abbiamo i giocatori, abbiamo tantissime mentalità differenti. Che sono anche la nostra forza: alcuni dicono che l’Alto Adige è diverso, la Sicilia è totalmente diversa, però è anche la nostra fortuna, la forza nelle differenze, sì. Quindi abbiamo di tutto per essere lì a competere contro i migliori al mondo e secondo me dobbiamo unirci, stare insieme e darci forza per avere più trofei e più orgoglio possibile, perché secondo me l’Italia lo merita”. 

A pochi giorni dal via delle Nitto ATP Finals, Jannik Sinner si è raccontato nel quarto capitolo di “Jannik, oltre il tennis”, l’intervista confidenziale al numero 1 del mondo curata dal direttore di Sky Sport, Federico Ferri, in onda su Sky Sport Tennis e NOW.

La conversazione è stata registrata all’Istituto di Candiolo per la ricerca e la cura del cancro, in provincia di Torino, davanti a un pubblico di pazienti, ricercatori e medici, con la presenza di Allegra Agnelli, presidente della Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro.

Sinner ha ricordato i suoi primi modelli: “È stato Andreas Seppi. Poi, quando sono entrato un po’ nel tennis, è diventato Roger Federer, poi ho conosciuto Rafa Nadal e ho detto: lui umanamente è incredibile. Poi ho conosciuto Nole e ho detto: lui è incredibile in quello che fa. Però poi ti rendi conto che siamo persone che non cambiano il mondo. Invece oggi siamo seduti qua e voi fate la differenza, voi che riuscite a dare una vita o a risolvere dei problemi che sembrano impossibili. Noi giochiamo solo a tennis, cerchiamo di tirare una pallina in campo. Poi c’è chi lo fa meno bene e chi lo fa di più”.

Il fuoriclasse azzurro ha spiegato anche la scelta di non disputare le finali di Coppa Davis: “A fine stagione, con tutte le pressioni, le partite giocate, le emozioni, sia quando si è vinto sia dopo una sconfitta, ci vuole tanto tempo a rimettere tutte le cose insieme. E soprattutto a fine stagione una settimana è davvero tanto, per noi atleti. Se hai una settimana in più di preparazione, a parte che hai una settimana in più di vacanza e arrivi in preparazione più forte, più carico, con più energie e soprattutto con più voglia. Giochiamo a tennis tutti i giorni e quindi ci sta che, a volte, non hai tanta voglia… però se tu inizi 7 giorni prima le settimane di carico, perché non è che inizi a mille già dal primo giorno, quelle sono importantissime, soprattutto per l’inizio della stagione ma anche a lungo termine e per la prevenzione degli infortuni. Quindi per me quest’anno non c’è stato un minimo di dubbio che questa fosse la scelta giusta [non giocare la finale Davis]. Invece l’anno scorso è stato diverso: l’anno scorso non ho giocato a Parigi, ho detto ‘io voglio giocare la Davis’ e mi hanno un po’ trattenuto, nel mio team, ma ho detto ‘no, quest’anno voglio giocare perché l’avevo promessa a Berrettini quando abbiamo vinto nel 2023, quando lui era lì a sostenerci e abbiamo vinto, io l’ho abbracciato e gli ho detto “ti prometto che vinciamo insieme la prossima Coppa Davis, perché tu lo meriti e siamo una squadra incredibile” e l’abbiamo vinta. Poi da lì avevo già deciso che nel 2025 sicuramente non avrei giocato’.”

Guardando alle Finals di Bologna, Sinner invita a nutrire maggiore fiducia nell’Italia: “La cosa che a me personalmente non piace è che abbiamo una squadra incredibile anche senza di me e non ne parla nessuno. Noi dobbiamo rinunciare al numero 26 al mondo, che in questo momento è Darderi, ci possiamo permettere di non convocare il 26 al mondo in Coppa Davis perché c’è Cobolli, c’è Musetti, ce ne sono tantissimi altri: abbiamo una squadra di doppio incredibile! Possiamo vincere anche così, abbiamo lo stesso Berrettini, e quindi la possibilità di vincere la Davis è alta”.

Ora la concentrazione è tutta sulle ATP Finals, in programma dal 9 al 16 novembre.