Il lutto
Morto Galeone, l'allenatore che amava Pasolini e citava Almodovar
Sempre fuori dagli schemi, ma non supponente, ha guidato anche Udinese e Perugia. Ha scoperto e lanciato Gattuso
Giovanni Galeone in una foto recente (Ansa)
Irriverente, filosofo, pioniere. Giovanni Galeone, morto a Udine all’età di 84 anni, si può raccontare in mille modi. Era, questo lo riconosceranno tutti in queste ore, un allenatore fuori dagli schemi lui che, da tecnico, doveva vivere di moduli e tattica. Ma alle ovvietà del pallone preferiva ben altro. Lo spumante, spesso lo champagne al sabato dopo l’allenamento di rifinitura. A Pescara era una tradizione. Brindava con tutti: atleti e giornalisti ma poi si affrettava a precisare: “Con un goccetto non si ubriaca nessuno, via”.
Nei suoi discorsi citava Almodovar, Pasolini, Sartre, ma poi sul campo lavorava sodo. Era scanzonato, intellettuale. Ma aveva fiuto per i talenti. Rino Gattuso lo ha scoperto proprio Galeone. Ha allenato a Perugia, a Como, a Udine, a Pescara. Argomentava in modo arguto, ma non era supponente. Si ispirava al calcio olandese ma poi usava i metodi più umili per fare spiccare le sue squadre costruite con onesti lavoratori e pochi talenti.
A Galeone si sono ispirati tanti allenatori dell’era moderna, da Gasperini ad Allegri fino all’ex tecnico del Catania Giampaolo. Anche le nuove generazioni lo ricordano per il look non certo da tecnico: abito elegante, capigliatura da figlio dei fiori. Era Galeone. Inimitabile.