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Ponte sullo Stretto, il governo Meloni definanzia in parte il progetto. Ciucci: «Nessun disimpegno»

Il ministro Giorgetti ha annunciato che la Finanziaria verrà arricchita di 3 miliardi. Soldi che verranno presi in parte dal progetto Ponte, bloccato dalla Corte dei Conti

Salvo Catalano

15 Dicembre 2025, 16:17

18:54

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Nella finanziaria nazionale verrà definanziato in parte il progetto del Ponte sullo Stretto. Lo ha annunciato oggi in commissione Bilancio al Senato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. A confermarlo sono stati diversi componenti della commissione, sia di maggioranza che di opposizione. 

Il governo intende incrementare la manovra finanziaria di 3,5 miliardi di euro. Un aumento corposo considerato che il valore complessivo della finanziaria è di 18 miliardi. Per farlo presenterà nel pomeriggio un emendamento omnibus che dovrebbe mettere risorse su alcune misure, tra cui Transizione 5.0 (cioè soldi alle imprese come sostegno alla trasformazione digitale ed energetica) e Zone economiche speciali. Le risorse verranno prese anche dal definanziamento del Ponte sullo Stretto, non è ancora chiaro quanta parte della copertura economica verrà tolta. 

«Non è ancora chiaro verso quale direzione intendono andare - spiega il senatore del Pd Antonio Nicita - Come Pd abbiamo chiesto di definanziare la spesa finora destinata al Ponte, in attesa della soluzione alle criticità avanzate dalla Corte dei Conti.  Ma chiediamo con nostro emendamento che il definziamento vada anche a favore di Sicilia e Calabria cui sono stati sottratti fondi Fsc».

La Corte dei Conti nelle settimane scorse ha bloccato il progetto del Ponte perché carente sotto diversi aspetti. Le opposizioni avevano subito sollevato anche il tema delle risorse. In particolare il Pd ha chiesto la restituzione alle Regioni Calabria e Sicilia di 1,6 miliardi di fondi Fsc, destinati cioè alle infrastrutture locali. 

Conferme sul definanziamento arrivano anche dal relatore della manovra, il senatore di Fratelli d'Italia Guido Liris. Tra le misure contenute nell'emendamento del governo ci saranno delle «riprogrammazioni» delle risorse del Ponte sullo Stretto, già a partire da quelle del 2026 - ha detto - «per il fatto che per un anno non se ne è neanche potuto parlare per ovvi motivi legati all'ambito giudiziario». Tutto il pacchetto di modifiche del governo «è stato quantificato orientativamente in 3,5 miliardi di euro».

Ciucci: «Nessun definanziamento»

L'amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha negato però il disimpegno: «Non c'è alcun definanziamento del ponte sullo Stretto di Messina, come ha confermato il ministero delle Infrastrutture - ha detto -. Si tratta di un dovuto adeguamento e allineamento temporale della copertura finanziaria al nuovo cronoprogramma realizzativo, conseguente alla mancata registrazione da parte della Corte dei conti della delibera Cipess di approvazione del progetto definitivo».