Gli interrogatori
L'inchiesta sulla Sanità, i manager si difendono davanti al Gip e respingono le accuse
Domani, dalle 9.30, sfileranno invece Antonio Abbonato, Salvatore Cuffaro, Carmelo Pace e Vito Raso
Proseguono a ritmo serrato gli interrogatori preventivi del gip di Palermo nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti pilotati nella Sanità.
La posizione del direttore del Consorzio di Bonifica
«Non conosco l'imprenditore Vetro, anzi mi risulta che mai abbia vinto una gara d'appalto con il consorzio di bonifica» ha detto Giovanni Giuseppe Tomasino, direttore generale del Consorzio di bonifica della Sicilia occidentale lasciando il Tribunale di Palermo dopo l'interrogatorio preventivo. Per Tomasino e altre 17 persone, tra cui Salvatore Cuffaro, la Procura di Palermo ha chiesto gli arresti domiciliari. L'accusa va dall'associazione a delinquere alla corruzione alla turbativa d'asta. Il direttore generale, secondo l'accusa, avrebbe favorito le imprese segnalate dall'associazione a delinquere capeggiata, secondo l'accusa, da Cuffaro. In particolare le imprese "sponsorizzate" sarebbero state quelle rappresentate e sostenute dall'imprenditore agrigentino Alessandro Vetro. Quest'ultimo, in almeno un'occasione, avrebbe consegnato a Totò Cuffaro e al deputato regionale Carmelo Pace una somma di denaro da fare avere a Tomasino su cui «esercitavano influenza per avergli accordato sostegno e appoggio, anche politicamente», dice la Procura. Ma Tomasino nega. Per quanto riguarda l'eventuale accordo con le commissioni aggiudicatrici di appalti, Tomasino spiega che «è impossibile, perché il Presidente della commissione viene selezionato da un elenco a cui si accede tramite concorso pubblico».
L'ex direttore generale dell'Aso di Siracusa
Dopo Tomasino è stato il turno di Alessandro Maria Caltagirone, l'ex direttore generale dell'Asp di Siracusa. La Procura di Palermo ha chiesto per loro due gli arresti domiciliari, insieme con altre 16 persone, tra cui Salvatore Cuffaro. L'indagine si concentra sulla gara da dieci milioni di euro per i servizi di ausiliariato e reception dell'azienda sanitaria di Siracusa, affidata, secondo l'accusa illegittimamente, alla Dussmann Service.
Il manager Roberto Colletti
«Nessuna utilitas dalla nomina all'ospedale Villa Sofia Cervello. Il dottore Colletti era stato già dirigente all'Arnas Civico, considerato di fascia A, mentre il Villa Sofia Cervello è di fascia B». Lo ha detto l'avvocato Giuseppe Di Stefano, legale di Roberto Colletti, il manager della Sanità per il quale la Procura di Palermo ha chiesto gli arresti domiciliari. Colletti è stato interrogato per circa un'ora e mezza dal giudice per le indagini preliminari Carmen Salustro. «Abbiamo chiarito la nostra posizione, e adesso ci aspettiamo un provvedimento favorevole», ha aggiunto il legale.
Il manager Antonio Iacono
«Sono molto amareggiato...». A dirlo, uscendo dall'aula 19 del Tribunale di Palermo, dove è appena terminato l'interrogatorio preventivo, è Antonio Iacono, il manager della Sanità per il quale la Procura di Palermo ha chiesto gli arresti domiciliari, insieme con altre 17 persone, tra cui Saverio Romano e Salvatore Cuffaro. L'interrogatorio è durato oltre un'ora. La contestazione riguarda in particolare un concorso di stabilizzazione per 54 Oss dell'ospedale Villa Sofia di Palermo, che si tenne nel giugno 2024. E Colletti era il Presidente della commissione esaminatrice. Per l'accusa ci sarebbe stato un "patto corruttivo" tra lui, Cuffaro e Vito Raso, anche quest'ultimo indagato, per fare vincere le persone segnalate. «Ho ricevuto diverse segnalazioni, non soltanto da Cuffaro, ma anche da altre persone...Ma nessuna segnalazione ha avuto seguito. Tutti i 54 concorrenti erano destinati ad essere assunti, in vista della stabilizzazione'', ha spiegato davanti all'aula, accompagnato dal suo legale, l'avvocato Mauro Torti. «I pubblici ufficiali Colletti (l'altro manager indagato e interrogato sempre oggi ndr) e Iacono", si legge, invece, nell'atto di convocazione degli indagati per l'interrogatorio davanti al Gip e notificato alle parti, avrebbero compiuto atti contrari ai doveri di ufficio e in cambio ''accettavano utilità e promesse di favori, incarichi e sostegno politico da Cuffaro e Raso (intermediari di riferimento con i vertici dell'amministrazione regionale)».
«Nulla di tutto ciò - dice oggi Iacono - dovevamo fare tutto in tempi brevi, altrimenti avremmo licenziato 54 persone e l'azienda andava in default. Se questa è una colpa me ne assumo la responsabilità». Sulle intercettazioni dice: «Ci sono presunte conversazioni veramente ridicole, cioè poi sono i fatti quelli che contano». In particolare, i due indagati (in tutto sono 18) avrebbero fatto in modo che fra i vincitori del concorso risultassero soggetti segnalati da Cuffaro. Raso avrebbe ricevuto e consegnato in anteprima ai candidati le tracce del concorso. La contropartita di Colletti sarebbe stata la conferma della nomina a direttore generale di Villa Sofia-Cervello. Iacono, invece, avrebbe ricevuto le promesse di conseguire l'incarico di direttore dell'unità di Anestesia e rianimazione della stessa azienda.
L'affondo di Saverio Romano
«Avete visto la canea che si è abbattuta nei miei confronti? Il magistrato fa il suo lavoro e la legge consente lo svelamento di alcuni fatti. Ma non credo sia normale che il mondo intero sappia di contestazioni che a mio avviso dovevano essere blindate» ha detto il coordinatore di Noi Moderati, il parlamentare Saverio Romano, prima di rendere l’interrogatorio preventivo al Gip.
Domani, dalle 9.30, sfileranno invece Antonio Abbonato, Salvatore Cuffaro, Carmelo Pace e Vito Raso.