×

Catania

«Io, aggredito dal sindaco Trantino», ma chi c'era lo smentisce. E ora la maggioranza chiede le dimissioni di Pellegrino

Il vicepresidente vicario del Consiglio comunale, visitato al pronto soccorso del Cannizzaro, ha ricevuto una prognosi di dieci giorni e il consiglio di portare il collare cervicale per cinque

Luisa Santangelo, Francesca Aglieri Rinella

12 Novembre 2025, 20:41

«Io, aggredito dal sindaco Trantino», ma chi c'era lo smentisce. E ora la maggioranza chiede le dimissioni di Pellegrino

A qualunque versione si voglia credere, per la città di Catania è stata una brutta pagina. Sia se si vuole aderire al racconto del vicepresidente vicario del Consiglio comunale Riccardo Pellegrino (Forza Italia) che spiega di avere subito un’aggressione verbale e fisica da parte del sindaco Enrico Trantino. Sia, invece, se si vuole credere al racconto, raccolto da La Sicilia, di chi ha assistito alla scena e dice: «È ridicolo parlare di aggressione ed è imbarazzante mettere in mezzo le cure mediche». Perché Pellegrino ieri ha trascorso la mattinata al pronto soccorso dell’ospedale Cannizzaro, dove gli è stata data una prognosi di dieci giorni e gli è stato consigliato di indossare il collare cervicale per cinque giorni.

Ermetica la replica di Trantino che parla di affermazioni «gravemente lesive della mia dignità personale. Ritengo superfluo ricordare il profilo di Pellegrino pubblico e giudiziario e la sua consueta propensione a speculare e strumentalizzare fatti di cui egli stesso è invece protagonista. Il mio modo di intendere le istituzioni è e resta lontano anni luce da quello di chi in questi anni si è distinto per comportamenti che sotto il profilo etico e morale saranno giudicati da ogni singolo cittadino. Sotto quello giuridico, dagli organi giudiziari competenti».

La maggioranza: «Rapporto di fiducia con Pellegrino venuto meno»

Nel frattempo, i capigruppo dei partiti di maggioranza (Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Mpa e Trantino sindaco), prendono le distanze da Pellegrino e, addirittura, lo invitano a dimettersi. «Il ruolo di vicepresidente vicario è frutto di una scelta politica e di fiducia da parte della maggioranza consiliare. Fiducia che oggi risulta venuta meno - dicono in una nota stampa - Per tali ragioni, i capigruppo di maggioranza invitano formalmente il consigliere Riccardo Pellegrino a rassegnare le immediate dimissioni dall’incarico di vicepresidente vicario del Consiglio comunale, nell’interesse del corretto funzionamento dell’istituzione e della serenità dei lavori consiliari». Una netta presa di distanze. Pellegrino, a sua volta, rincara la dose: «Se i ruoli fossero stati invertiti, le prime pagine dei giornali parlerebbero di me come di un violento o, peggio, di un mafioso [...] Continuerò a fare opposizione con serietà e coerenza, nell’unico interesse che conta: quello della città di Catania», sostiene.

La ricostruzione del fatto con i testimoni

In questo caos, va ricostruito il fatto. E bisogna partire da ieri sera: la seduta di Consiglio comunale a Palazzo degli Elefanti si è interrotta per mancanza del numero legale e in aula consiliare ci sono state scintille. I consiglieri delle liste Trantino sindaco e Forza Italia sono usciti dall’aula in polemica con il primo cittadino per due ragioni diverse, entrambe collegate al rimpastino di giunta atteso per il 17 novembre. I componenti di Trantino sindaco vorrebbero che il consigliere Daniele Bottino, futuro assessore, si dimetta dall’aula consiliare per fare scorrere la lista e permettere il ritorno in municipio dell’ex consigliere Santo Russo. Forza Italia, invece, ce l’ha con la vicesindacatura: l’assessore ai Rifiuti Massimo Pesce è il vice di Trantino in pectore, ma molte aree del partito preferirebbero che il ruolo andasse all’assessore alle Manutenzioni Giovanni Petralia.

Chiusa la seduta, escono tutti e si ritrovano in piazza Duomo. Secondo le ricostruzioni, Pellegrino si trovava nei pressi di un’attività commerciale della piazza, impegnato a discutere con il consigliere Antony Manara. In quel contesto, a voce piuttosto alta, avrebbe avanzato critiche colorite nei confronti del primo cittadino. Il quale, passando lì di fronte, le avrebbe sentite. «Preferirei che le cose mi si dicessero in faccia», avrebbe detto il sindaco al vicepresidente del Consiglio, avvicinandosi. Dopo un rapido scambio di battute, Enrico Trantino avrebbe ricordato a Riccardo Pellegrino un accordo politico che quest’ultimo non avrebbe rispettato. E cioè: le dimissioni dalla vicepresidenza in caso di condanna nel processo per corruzione elettorale alle Regionali 2017. Condanna arrivata nell’autunno 2023.

Di fronte a questo amaro ricordo, Pellegrino avrebbe ribattuto: «Aspettiamo la Cassazione». Aggiungendo poi in dialetto, voltandosi per dare le spalle al sindaco: «Pensa per te, nella tua famiglia c’è la rogna». A questo punto, quella che Pellegrino definisce «aggressione»: Trantino avrebbe afferrato con una mano la spalla sinistra di Pellegrino per farlo voltare di nuovo, senza riuscirci. Pellegrino avrebbe continuato ad allontanarsi. Salvo tornare indietro, poco dopo, per precisare: «Mi riferivo alla famiglia politica (FdI, ndr), non mi sarei permesso di parlare di famiglie...». I testimoni dicono che Trantino avrebbe ammesso di avere male interpretato: «Se ho frainteso, chiedo scusa».

«Surreale parlare di aggressione»

Sembrava tutto chiuso fino a stamattina. Quando, a mezzogiorno, arriva il comunicato di Pellegrino che, nel racconto del diverbio, dice: «Il sindaco ha reagito in modo scomposto, strattonandomi e insultandomi». Dopo l’ospedale, Riccardo Pellegrino è andato dai carabinieri a formalizzare la sua denuncia, fa sapere lui. Nel frattempo, in municipio le voci si ingigantiscono. «Quando sono entrato a palazzo - racconta un testimone a La Sicilia - mi è stato detto: “È finita a coppa”. Ma io c’ero: è più che ridicolo parlare di aggressione; è proprio surreale».