l’intervista
Lombardo: «Schifani azzeri la giunta. Profili di livello per il cambiamento»
Il leader Mpa: «Mi spiace sinceramente per Cuffaro, immagino il dramma che sta vivendo»
Raffaele Lombardo, dopo un lungo tira e molla, accetta l’intervista a La Sicilia. A una condizione: «Deve precisare che esprimo il mio personale punto di vista, non quello dell’Mpa, né di Grande Sicilia».
Patto rispettato.
I soliti malpensanti sospettano che lei, sotto sotto, stia godendo per i guai giudiziari del suo caro nemico Cuffaro…
«Credo che il primo malpensante sia lei. Per mestiere, s’intende. La finiamo qui?»
Se vuole partiamo con l’argomento a piacere.
«Mi spiace per Cuffaro, e sinceramente. Immagino il dramma che sta vivendo. Lui e ancor di più le persone che l’indagine, loro malgrado, finisce col colpire. Le persone care e quanti si sono impegnati con lui in politica credendoci».
Cosa si sente di dirgli?
«Che non dimentichi il biblico “spes contra spem”...».
Tutto chiaro. Ma che idea s’è fatto di questa inchiesta?
«Non mi compete farmi idee. Non mi aggiungo alla moltitudine di giudici che sparano sentenze a raffica. L’indagato e poi l’imputato dovrà render conto e i giudici valuteranno. Spetta a loro. Il resto per settimane sarà amplificazione mediatica e un quotidiano “dagli all’untore” sopratutto da chi così pensa di lavarsi la coscienza».
Ma ammetterà che sulla Regione emerge un quadro pesante dal punto di vista etico e morale. Soprattutto nella sanità siciliana.
«Ho descritto anche pubblicamente un quadro politico e ho parlato di disastro sanità senza essere ascoltato. Si è atteso l’“oportet ut scandala veniant”, ma oggi non si può non intervenire subito e radicalmente. Non si può tollerare che il dirigente che aspira a fare il primario debba passare dalla tal segreteria politica, né che venga penalizzato se non avalla atti illegittimi. Ripeto: subito! Affinché l’amministrazione non si faccia precedere...».
Ma procedere come?
«Puntando su persone, a partire dal vertice, inflessibili, inavvicinabili, capaci di riformare il sistema all’insegna del rigore e dell’obiettività. E a seguire “giù giù per li rami”…».
Magari pensa di piazzare un suo uomo…
«Nessun mio uomo. A Schifani in passato ho fatto il nome solo di Massimo Russo che non è un mio uomo».
Non sarà un suo uomo, ma è il marito della presidente della Dc di Cuffaro…
«E allora? Un impegno qualificante, quello dell’avvocata Abbadessa. Che oggi temo, non solo lei, si rifugerà nella sfiducia e nell’astensione».
Sta ipotizzando un rimpasto nella Giunta a danno della Dc di Cuffaro per ottenere un altro assessore e la sospensione di altri dirigenti?
«Le ipotesi le immagina e le concretizza il presidente della Regione. Io tocco con mano il discredito che investe la politica, la classe dirigente e in primis quella che governa la Regione. E siamo alla vigilia di importanti scadenze elettorali referendarie e politiche. Il pallino, incandescente, è nelle mani del presidente e non lo invidio».
Lei cosa propone?
«Una proposta che non vale nulla?».
Riformuliamo: cosa farebbe lei?
«L’azzeramento della giunta e una nuova compagine di livello che dia il senso tangibile del cambiamento. E così per taluni direttori generali della sanità e per i capi dei dipartimenti, laddove c’è da rimuovere incrostazioni, anomalie e irregolarità».
Così lei otterrà il secondo assessore che ha chiesto da tempo...
«Io non ho chiesto nulla. Di secondo assessore si è parlato a Roma alla vigilia delle Europee dinnanzi al segretario nazionale e vicepremier quando ci sobbarcammo l’onorevole onere di riportare Caterina Chinnici all’Europarlamento, assicurando, per dirla in positivo, uno straordinario risultato a Forza Italia. Al presidente Schifani e con Caruso ho fatto presente la sproporzione tra il consenso delle regionali di Forza Italia e Mpa, il 21,5 per cento, e i posti in giunta, diciamo due più un tecnico, mentre l’asse Cuffaro-Sammartino procede a rapporti invertiti».
A proposito di alleanze. Lei è federato con Forza Italia, ma gioca da battitore libero: si sdoppia in grande Sicilia e spesso fa asse con FdI.
«Se si riferisce alla manovra, ho chiesto al presidente di rinviare il voto, perché non era aria, mentre l’uscita e il rientro in aula è stata una pessima idea. La bussola per il Mpa è stata e resta il suo programma e gli obiettivi che si prefigge di raggiungere».
La bufera giudiziaria travolgerà anche l’alleanza tra Cuffaro e la Lega di Sammartino?
«La Lega ha rinnegato l’alleanza con una tempestività da primato olimpionico»
Questa è forse la la più profonda crisi del governo Schifani. In caso di misure cautelari, non sarebbero opportune le dimissioni e il ritorno alle urne?
«Nel qual caso avremmo una nuova Assemblea di casti e puri nominati per decreto? E da chi? È un momento difficile che va affrontato con lucidità e fermezza, adottando misure idonee a correggere la rotta. Non dimenticando i dati economici positivi di cui la Sicilia deve avvalersi. Le dimissioni sarebbero una fuga verso il nulla».
Schifani è all’angolo. Resta comunque il migliore candidato a succedere a se stesso?
«Mi astengo da tempo dall’avanzare la sua ricandidatura perché mi sembra un esercizio ipocrita da parte di chi sa che la scelta è fatta, ahimè, altrove e da altri. Dico che se Schifani rilancia l’azione di governo con coraggio e determinazione e con buoni risultati non potrà che essere riproposto con successo».
Ma se la sentirà di fare questo passo?
«Schifani ha solo da guadagnarci».
Dalle intercettazioni emerge il piano segreto di Cuffaro per ricandidarsi. Non è che adesso ci fa un pensierino pure lei?
«Si sarà trattato dell’auspicio dei tifosi che sognavano la terra promessa. Non credo che Cuffaro ci abbia mai pensato. In quanto all’ultima domanda, diciamo che non è ammissibile. E quindi le chiedo di cancellarla».
Come se l’avessimo fatto.