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L'inchiesta su sanità e appalti, il Pd in piazza a Palermo: «Schifani faccia un passo indietro»
Il “terremoto giudiziario” che scuote la Regione dopo l'indagine in cui è indagato anche Totò Cuffaro
Presidio del Partito Democratico a Palermo contro il “terremoto giudiziario” che scuote la Regione dopo l’inchiesta sugli appalti nelle aziende sanitarie siciliane, in cui è indagato anche Totò Cuffaro per corruzione, turbativa d’asta e associazione a delinquere insieme con altre 17 persone.
Dal corteo, la vicesegretaria del Pd Sicilia, Valentina Chinnici, ha attaccato frontalmente il governo regionale: “Il presidente della Regione Schifani deve fare un passo indietro. Si assuma le sue responsabilità una volta per tutte. Non basta rimuovere i dirigenti, seppur ci troviamo di fronte a un livello di inadeguatezza disarmante, quando ci sono responsabilità politiche gravissime: divulgare informazioni riservate, distribuire i bandi agli amici a discapito di giovani, dei più fragili e di chi legittimamente partecipa mentre l’assessore non si accorge di nulla come il presidente Schifani, è sintomo di un fallimento”.
In strada, oltre a Chinnici, la presidente del Pd Sicilia, Cleo Li Calzi, i membri della segreteria regionale Sergio Lima, Mari Albanese e Alfredo Rizzo, il presidente dell’VIII circoscrizione di Palermo, Marcello Longo, l’ex deputata Marika Di Marco, insieme a numerosi iscritti e militanti.
La protesta si è svolta davanti all’assessorato regionale alla Famiglia, luogo scelto per il suo valore simbolico. “Abbiamo scelto l’assessorato alla Famiglia – spiega Cleo Li Calzi – perché questo è un luogo simbolo: è l’ufficio pubblico che si era trasformato anche in luogo di incontri da parte di Cuffaro che da qui distribuiva i bandi agli amici mentre decine di associazioni che avevano il diritto di avere quei fondi non li hanno potuti avere”.
Nel mirino dei democratici anche la decisione del presidente Renato Schifani di sospendere alcuni dirigenti citati negli atti d’indagine. “La scelta di Schifani di sospendere i dirigenti regionali citati nell’inchiesta sul sistema Cuffaro è uno dei più penosi atti di vigliaccheria politica mai visti. Certo che andava fatto, ma se sospendi la dirigente e mezzo gabinetto dell’assessorato alla Famiglia e non dici una parola su chi reggeva politicamente l’assessorato stai solo mostrando di essere ancora e sempre sotto scacco. Se sospendi il dirigente che avrebbe incassato una tangente e non dici nulla sul deputato regionale che quei soldi consegna – conclude – stai solo dimostrando, per l’ennesima volta, di non essere il vero presidente della Regione”, ha dichiarato Sergio Lima.