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IL CASO

Aumento di stipendio per Brunetta al Cnel, scoppiano le polemiche: «Mentre il Paese fatica, salari d’oro ai vertici»

Il provvedimento, che si inserirebbe nel quadro delle disposizioni previste in manovra, ha scatenato immediate reazioni da parte delle opposizioni, che parlano di “vergogna” e “schiaffo al ceto medio”

Alfredo Zermo

07 Novembre 2025, 17:29

18:03

Aumento di stipendio per Brunetta al Cnel, scoppiano le polemiche: «Mentre il Paese fatica, salari d’oro ai vertici»

L’aumento dello stipendio del presidente del Cnel, Renato Brunetta, è diventato un nuovo caso politico destinato a infiammare il dibattito sulla legge di bilancio. Secondo quanto emerso, il compenso del numero uno del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro – già ex ministro e storico esponente del centrodestra – sarebbe passato da circa 250 mila a 310 mila euro l’anno, con un conseguente incremento anche per i dirigenti dell’ente.

Il provvedimento, che si inserirebbe nel quadro delle disposizioni previste in manovra, ha scatenato immediate reazioni da parte delle opposizioni, che parlano di “vergogna” e “schiaffo al ceto medio”.

Le critiche delle opposizioni

La senatrice Raffaella Paita (Italia Viva) ha attaccato duramente il governo:

«Questo governo non aiuta il ceto medio, aiuta Brunetta. Non si aumentano gli stipendi delle famiglie che non arrivano a fine mese, per loro si fa poco o nulla, ma si porta a 240 mila euro lo stipendio al Cnel».

Parole a cui fanno eco quelle di Nicola Fratoianni (Alleanza Verdi e Sinistra), che su Facebook ha denunciato un aumento “da non credere”:

«Brunetta si è aumentato lo stipendio e con lui tutti i suoi dirigenti, raddoppiando la spesa per le retribuzioni del Cnel. È lo stesso Brunetta che si è opposto al salario minimo di 9 euro l’ora. Aumenti per sé, briciole per gli altri».

Duro anche l’ex premier Giuseppe Conte (M5S), che richiama la promessa fatta dal governo Meloni di affrontare il tema dei salari:

«Meloni aveva detto che avrebbe lavorato con il Cnel per aumentare gli stipendi dei lavoratori. Risultato? Nessun salario minimo, ma stipendi aumentati per Brunetta e i vertici del Cnel».

Lo stesso Movimento 5 Stelle, attraverso il deputato Riccardo Tucci, ha definito la vicenda una “farsa”:

«La Lega, che aveva votato la norma sullo stipendio del pensionato Brunetta, ora annuncia interrogazioni per chiedere chiarimenti. Indignazione di facciata per coprire una grande vergogna».

La replica del Cnel

Di fronte al dilagare delle polemiche, il Cnel ha diffuso una nota ufficiale in cui precisa che l’aumento “è un mero adempimento a una sentenza della Corte costituzionale”.
Secondo l’istituzione, le cifre riportate da alcuni organi di stampa sarebbero “frutto di errori” e la gestione delle retribuzioni “segue criteri di assoluta regolarità e legittimità”.

Una posizione accolta con cautela anche nella maggioranza. Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia, ha dichiarato:

«Abbiamo letto la nota del Cnel. Prendiamo atto».

Un caso politico simbolico

L’affaire Brunetta rischia ora di diventare un simbolo del clima che accompagna la discussione sulla manovra economica. Mentre i partiti di opposizione denunciano una legge “senza misure per la crescita”, il caso dei compensi al Cnel alimenta la percezione di un governo attento ai vertici delle istituzioni più che al disagio delle famiglie e dei lavoratori.

Nel frattempo, da Villa Lubin – sede del Cnel – si insiste sulla piena legittimità dell’adeguamento retributivo. Ma sul piano politico, la vicenda ha già prodotto il suo effetto: riportare al centro del dibattito pubblico la questione salariale, in un Paese in cui – come ricordano i sindacati – i salari reali continuano a perdere potere d’acquisto.