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Il retroscena

M5S, spunta la “fronda catanese”: «No ad alleanze decise dall’alto»

Insulti e spintoni al portavoce etneo. Ma Di Paola minimizza

Salvo Catalano

28 Ottobre 2025, 08:18

M5S, spunta la “fronda catanese”: «No ad alleanze decise dall’alto»

Non è stata una tranquilla domenica quella passata dal M5s siciliano nella galleria civica di Enna per l'assemblea regionale. «L'assoluta compattezza» rivendicata del mondo pentastellato nell’isola, anche per differenziarsi dagli alleati del Pd alle prese con irrisolti dissidi interni, è stata scalfita da un acceso scontro tra il gruppo territoriale di Catania centro e la dirigenza. Con tanto di momentanea occupazione del palchetto da parte di alcuni attivisti, inviti non proprio cordiali a farsi da parte e qualche spintone. Al centro della contesa il dibattito sul perimetro delle alleanze in vista delle Regionali del 2027. Con il gruppo territoriale etneo a chiedere a gran voce una votazione di tutta l'assemblea e i dirigenti contrari, consapevoli che, come avvenuto in tutte le ultime tornate elettorali, la scelta del candidato governatore del campo largo verrà presa a Roma.

A Enna sono accorsi in tanti da tutta l'isola: attivisti, amministratori locali, sindaci. E i big del Movimento: parlamentari nazionali e regionali, e l'eurodeputato Giuseppe Antoci. «Il gruppo più compatto nel campo largo siamo noi - aveva detto il “regista” Nuccio Di Paola alla vigilia - C'è armonia e siamo maturi per fare una sintesi politica. Ci daremo delle linee guide interne in modo da avere un pieno mandato per parlare con gli alleati». Già, perché tra qualche settimana il tavolo si allargherà, includendo il Pd, il movimento Controcorrente di Ismaele La Vardera, Sinistra Italiana, Italia Viva e tutto il perimetro che si oppone al centrodestra siciliano di governo.

Ma, con sorpresa di alcuni attivisti, nell'ordine del giorno dell'assemblea non compare nessun dibattito sulle alleanze e le candidature per le Regionali del 2027. Punto dirimente secondo il gruppo territoriale di Catania centro, che prima dell'inizio dei lavori chiede che il tema - posto invece tra gli ordini del giorno del loro documento - venga affrontato. «Avevamo già chiesto, e votato all’unanimità durante l’assemblea provinciale di Catania - si legge nel documento che il gruppo ha portato in assemblea - che uno degli ordini del giorno di oggi fosse la proposta di costruire una piattaforma programmatica e politica, in grado di condurci alle prossime elezioni regionali tramite la certa e imprescindibile partecipazione e decisione degli attivisti e degli iscritti. La base deve decidere quali sono le alleanze, i programmi e i candidati». Nello stesso documento si propone anche «di organizzare al più presto l’elezione diretta dei nostri rappresentanti interni regionali e provinciali. Abbiamo la necessità - scrivono - di legittimare la struttura del MoVimento 5 Stelle Sicilia, sottraendola da un contesto di arbitrarietà inopportuna».

In particolare è il portavoce del gruppo catanese, Davide Cadili, a chiedere che prima dell'inizio dei lavori venga letta e votata la proposta dei catanesi, mentre i vertici del Movimento non ne vogliono sapere. «Mi è stato detto che avremmo potuto parlare solo alla fine, ma non avrebbe avuto senso - spiega Calili - Sono rimasto sul palchetto, ma sono stato aggredito verbalmente e anche spintonato da un ex deputato nazionale. Non mi sono mosso, finché Nuccio Di Paola si è impegnato a discutere il nostro ordine del giorno». Di tutt'altro avviso il coordinatore regionale: «Non c'è stata nessuna parola di troppo. Il documento presentato dal gruppo territoriale di Catania è stato recepito nelle parti che competono all'assemblea regionale. Le altre, a cominciare dalla scelta del candidato governatore, sono state inviate a Roma, perché c'è uno statuto nazionale votato online che non dà né a me, né all'assemblea questo potere». Ma il caso rischia di non chiudersi qui, da una parte e dall'altra.

Cadili, in rappresentanza dei catanesi, giura di non essere una voce isolata nel panorama pentastellato siciliano, e che anzi le sue richieste sarebbero condivise da diversi gruppi della Sicilia orientale. C'è una parte della base che guarda con preoccupazione ai recenti deludenti risultati in Calabria, Veneto e Toscana e aspetta di vedere cosa accadrà in Campania. Di Paola invece solleva dubbi sul documento portato in assemblea dal gruppo catanese «Non mi risulta - conclude - che sia stato sottoscritto dalla coordinatrice provinciale Nunzia Catalfo e dai consiglieri comunali Gianina Ciancio e Graziano Bonaccorssi che fanno parte di quel gruppo territoriale».