In Sicilia pescatori allo stremo: «La Regione dichiari subito lo stato di crisi»
Sit-in di delegazioni di Sciacca e Licata a Palazzo d’Orléans

Tornato dopo un anno e mezzo a guidare l'assessorato regionale alla Pesca e all'Agricoltura, Luca Sammartino si è ritrovato sulla sua scrivania le stesse emergenze che aveva lasciato. Ieri il primo confronto istituzionale con gli operatori della piccola pesca, alle prese con una crisi economica e sociale senza precedenti. Insieme con il suo collega alle Attività Produttive, Edy Tamajo, ha ricevuto una delegazione di pescatori e armatori di Sciacca e Licata, che gli hanno consegnato un lungo documento contenente tutta una serie di richieste che si è riservato di esaminare prima di esprimersi e assumere impegni. Un incontro concordato alcuni giorni prima, al quale hanno preso parte, oltre al sindaco di Sciacca ed alle rappresentante delle cooperative di pesca, anche i deputati regionali agrigentini Michele Catanzaro, Carmelo Pace, Angelo Cambiano e Margherita La Rocca.
Fuori da Palazzo d'Orleans alcune decine di operatori della pesca hanno tenuto un sit-in pacifico, in attesa di avere notizie dal vertice. I pescatori chiedono interventi del governo regionale per i ristori economici in grado di alleviare la crisi finanziaria, ma anche tutta una serie di azioni che in realtà non sono di competenza regionale.
Il dettaglio delle loro richieste, insieme alla dichiarazione dello stato di crisi, con relativa attivazione di calamità naturale, è il seguente: sostegno economico con fondi regionali e/o comunitari; sostegno immediato per accesso al credito, con prestiti ponte senza interessi e con polizze assicurative terze; tavolo con i parlamentari europei per ciò che attiene ai diversi regolamenti comunitari, all'uso delle risorse finanziarie e per la questione dei mari chiusi; tavolo con il ministero per risolvere la competenza per l'apertura del tratto di mare a ovest di Sciacca; attivazione dei nuovi piani di gestione; progetto di ricerca per la pesca volante; difesa del Canale di Sicilia dai parchi eolici. L'assessore ha ascoltato e preso atto di un apposito documento redatto dal tavolo tecnico che si è costituito nei giorni scorsi a Sciacca.
Per il dem Catanzaro, che chiederà la convocazione urgente della commissione attività produttive, tocca alla Regione, anche per le questioni di competenza Ue, «farsi carico di questa emergenza e promuovere un confronto serio con il governo nazionale e le istituzioni europee».
È Sciacca la città a soffrire di più la crisi: è storicamente uno dei porti più importanti del Mediterraneo, conta 95 barche di grande pesca e altre 30 di piccola pesca, ma la difficoltà in atto è testimoniata dal fatto che più della metà degli armatori oggi ha ufficialmente presentato istanza di demolizione. Una crisi che coinvolge anche le industrie ittico conserviere, attività di commercio del pescato, attività di ristorazione, con un migliaio di nuclei familiari interessati ed con un indotto diretto di circa 20 milioni di euro e indiretto che supera i 50 milioni annui per la città. In questo contesto, si inserisce la vicenda che riguarda i tratti di mare interdetti alla pesca per via di regolamenti comunitari e specifici provvedimenti regionali che dovevano rappresentare strumenti utili a garantire un graduale ripopolamento delle specie marine ed un conseguente aumento delle quantità di pescato e che, invece, a oggi, si stanno rivelando dannosi. Norme e piani che costringono i pescherecci ad ostacolarsi a vicenda in zone di mare sempre meno pescose.