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MEDIO ORIENTE

«Hamas ci inganna»: e Netanyahu torna a bombardare Gaza. Ma la Casa Bianca: «Scaramucce, il cessate il fuoco reggerà»

Almeno sette vittime nella Striscia a causa dei nuovi radi israeliani ordinati sull’onda dell’indignazione per la consegna da parte di Hamas dei resti di un ostaggio già rimpatriato due anni fa

Alfredo Zermo

28 Ottobre 2025, 21:12

«Hamas ci inganna»: e Netanyahu torna a bombardare Gaza. Ma la Casa Bianca: «Scaramucce, il cessate il fuoco reggerà»

Il fragile equilibrio del cessate il fuoco in vigore nella Striscia di Gaza dal 10 ottobre sembra essersi incrinato. Benyamin Netanyahu, sull’onda dell’indignazione per la consegna da parte di Hamas dei resti di un ostaggio già rimpatriato due anni fa, ha ordinato “massicci attacchi immediati” contro l’enclave. Pochi minuti dopo, i caccia dell’aeronautica israeliana hanno ripreso a colpire: a Rafah, dove già nelle ore precedenti si erano registrati scontri tra miliziani e reparti dell’Idf, e a Gaza City, con tre incursioni che, secondo fonti palestinesi, avrebbero centrato un’area vicina al principale ospedale del nord della Striscia, provocando almeno due vittime. Altre cinque persone sono rimaste uccise nei raid israeliani nel sud di Gaza.

Dopo la restituzione dei resti dell’ostaggio, il governo israeliano ha denunciato una macabra “messa in scena”, definendola l’ennesima violazione da parte della fazione islamista. Il primo ministro ha convocato una riunione d’emergenza per definire la risposta, anche alla luce dei combattimenti a Rafah. Al termine, il suo ufficio ha reso noto che “a seguito di consultazioni sulla sicurezza, il Primo Ministro ha ordinato all’esercito di effettuare immediatamente potenti attacchi nella Striscia di Gaza”.

La reazione annunciata appare tra le più severe tra le opzioni sul tavolo, che includono anche una possibile estensione della cosiddetta Linea Gialla, il limite dietro il quale l’Idf si era ritirato secondo le mappe del piano Trump. Netanyahu, che secondo quanto riferito da un funzionario israeliano al giornalista Barak Ravid avrebbe insistito sulla necessità di coordinarsi con gli Stati Uniti per definire le misure da adottare, sembra aver ceduto alle pressioni interne dei falchi di governo e delle famiglie degli ostaggi.

“Il fatto che Hamas continui a giocare e non trasferisca immediatamente i corpi di tutti i nostri soldati caduti è di per sé la prova che l’organizzazione terroristica è ancora in piedi. È ora di spezzare quelle gambe una volta per tutte”, ha tuonato il ministro dell’estrema destra Itamar Ben Gvir. “Dobbiamo distruggerlo completamente. Signor Primo Ministro, basta con le esitazioni: dia l’ordine”, ha incalzato il titolare della Sicurezza nazionale.

Sulla stessa linea il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, che ha accusato Hamas di “deridere i cittadini israeliani e di giocare in modo crudele e cinico con le emozioni delle famiglie degli ostaggi caduti” e, su X, ha annunciato l’intenzione di chiedere a Netanyahu “di arrestare di nuovo tutti i terroristi rilasciati nell’ambito dell’accordo”.

In Cisgiordania, intanto, la polizia israeliana ha comunicato in mattinata di aver ucciso tre palestinesi, definiti membri di “una cellula terroristica”, durante un’operazione nel villaggio di Kfar Kud, vicino a Jenin. Da parte sua, Hamas ha risposto sospendendo la prevista consegna serale del corpo di un altro rapito, accusando Israele di aver violato “per primo” i termini dell’intesa e di aver fatto saltare una tregua già precaria.

La Casa Bianca di Trump continua però a sostenere il cessate il fuoco, ridimensionando gli eventi della giornata. “Il cessate il fuoco sta tenendo. Credo che la pace a Medio Oriente resisterà nonostante le scaramucce”, ha commentato il vicepresidente JD Vance.

I resti riconsegnati lunedì sera come sedicesimo ostaggio restituito si sono rivelati essere quelli di Ofir Tzarfati, rapito il 7 ottobre 2023 e deceduto in prigionia, il cui corpo era stato già recuperato dall’Idf in parte nel dicembre 2023 e in parte nel marzo 2024. Uno strazio per la famiglia, costretta a “riaprire la sua tomba per la terza volta”.

La simulazione del ritrovamento, che secondo le autorità avrebbe ingannato anche la Croce Rossa, ha suscitato ulteriore indignazione in Israele. I media locali hanno diffuso un filmato ripreso da un drone militare in cui si vede un gruppo di uomini trascinare un corpo da un edificio fino a una fossa nel quartiere di Shejaiya, a Gaza City. Tre individui, apparentemente incappucciati, ricoprono poi il cadavere di terra prima con le pale e quindi con un escavatore, per fingere infine una “scoperta” in presenza della Croce Rossa, chiamata a recuperarlo.