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REGIONE SICILIANA

Spettacolo, la coperta è sempre più corta: otto associazioni si dividono il 55 per cento dei fondi del Furs per i concerti

Nella prima fascia, quella dedicata alle associazioni di rilevanza regionale, rimangono i soliti noti. L'ingresso nelle élite sembra essere complicato, anche nel 2025

Luisa Santangelo

03 Dicembre 2025, 06:30

Spettacolo, la coperta è sempre più corta: otto associazioni si dividono il 55 per cento dei fondi del Furs per i concerti

In otto si dividono il 55 per cento delle somme a disposizione. Fra 37 realtà, invece, viene distribuito il 39 per cento. In 28, infine, raccattano il 6 per cento di briciole. Funziona così, anche nel 2025, il Fondo unico regionale dello spettacolo. Nei giorni scorsi è stato pubblicato il decreto di quest’anno che ripartisce le somme a disposizione per le attività musicali concertistiche: 1.157.856 euro sui 6.892.000 euro complessivi del Furs.

Quel milione e centomila euro (e cocci), a sua volta, deve essere diviso per tre categorie: le associazioni concertistiche di interesse regionale, quelle di interesse provinciale e le ultime, infine, di interesse locale. Una distribuzione proporzionale alla rilevanza che, però, si scontra con un dato: la fascia regionale sembra essere una chimera irraggiungibile per la maggior parte delle associazioni che provano ad agguantarla, tanto da risultare di fatto blindata.

Nel decreto 2025 - firmato dall’assessora regionale Elvira Amata e dalle dirigenti generale Maria Concetta Antinoro e del Servizio Maria Di Ferro - le associazioni di interesse regionale che ricevono le risorse sono le stesse del 2024. Tre sono di Palermo (in ordine di punteggio: Amici della musica, Accademia Palermo classica, Curva minore), due di Catania (Associazione Musicale Etnea e Catania Jazz), due di Messina (Accademia Filarmonica e Filarmonica Laudamo onlus) e una di Ragusa (A.Gi.Mus). Con una forbice che va da un contributo di 94mila euro (Amici della musica) a uno di 52mila (A.Gi.Mus) tutt’e otto raggiungono un comodo budget di 636.820,80 euro. L’anno scorso le stesse otto avevano a disposizione 627.723,36 euro, cioè circa novemila euro in meno rispetto a quest’anno.

Ma è nella fascia di interesse provinciale che si comincia a percepire un certo affollamento: nel 2024 erano trenta associazioni a dividersi 522.460,42 euro. Quest’anno le associazioni sono 37, cioè sette in più rispetto a un anno fa, e la coperta è ben più corta: 451.563,84 euro complessivi. Dodici contributi sono inferiori ai diecimila euro, 24 sono tra i dieci e i ventimila euro, uno soltanto è superiore ai ventimila (l’associazione Coro lirico siciliano di Barcellona Pozzo di Gotto, beneficiaria di 43.246,84 euro). Tra chi ha ottenuto la promozione rispetto al 2024 ci sono, per esempio, l’associazione Algos di Catania (costituita nel 2016: 5.080 euro nel 2024, 17.569 nel 2025 con il salto verso l’«interesse provinciale»); o l’associazione culturale Luogocomune di Giarre (costituita nel 2015: 4.179 euro di contributo nel 2024, 10.685 euro nel 2025); o ancora l’associazione Orchestra da camera di Messina (4.436 euro nel 2024, 11.280 euro nel 2025).

Poverissime, infine, sono le associazioni concertistiche di interesse locale: erano 37 nel 2024 e avevano, in tutto, 114.131,52 euro. Quest’anno sono 28 e hanno, praticamente, la metà delle risorse: 60.471 euro. La traduzione, a guardare la graduatoria del «riparto dei contributi» per i più piccoli, è un aiuto regionale quasi da gettone di presenza: c’è chi, col punteggio più basso, ottiene 1.084 euro.

Gli operatori del settore, però, non sono rimasti sorpresi: da settimane arrivavano le lettere con le quali gli uffici regionali rigettavano le richieste di passaggio nell’ambitissima fascia dell’interesse regionale, la prima e la più ricca. Missive nelle quali i funzionari regionali contestavano, alla luce di approfondite ricerche istruttorie su Google e YouTube, la qualità degli artisti e dell’offerta musicale di alcune delle associazioni che aspiravano alla promozione. Realtà non meritevoli per la burocrazia palermitana, ma talvolta «premiate» dalle commissioni di esperti del ministero della Cultura.