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lieto fine

Piera, il suo Pet e l’abbraccio di Siracusa: «Vi aspettiamo a braccia aperte»

Dopo il racconto del nostro giornale la donna simbolo della solitudine trova accoglienza grazie al centro “Stazione di posta 48”. Il Comune e i cittadini si mobilitano per offrirle un letto, dignità e affetto senza separarla dal suo unico compagno di vita

12 Novembre 2025, 19:09

Piera, il suo Pet e l’abbraccio di Siracusa: «Vi aspettiamo a braccia aperte»

Il centro “Stazione di posta 48” e nel riquadro Piera con Pet

«Piera, ti attendiamo a braccia aperte. A te e a Pet». A poche ore dalla pubblicazione su La Sicilia della storia di Piera, la “barbona” triste che vive per strada in compagnia del suo barboncino bianco, oltre alla solidarietà immediata dei siracusani che – ci risulta – l’hanno cercata per gratificarla di un’elemosina più sostanziosa e di qualche genere di conforto, arriva l’invito dei responsabili del centro “Stazione di posta 48”, il progetto d’accoglienza per senzatetto del quale il Comune è capofila.

Ma se tutta questa è roboante e meritoria burocrazia, la parte che interessa Piera è soprattutto che nulla e nessuno le impedirà di avere con sé Pet, il cagnolino, sua unica famiglia – dopo un passato di abbandoni e violenze – e conforto nelle notti invernali all’addiaccio, a dormire negli androni dei palazzi, e di camminate sudate estive sotto il solleone.

Da quando la “Stazione di posta” è attiva, un primo approccio con Piera c’era già stato, ma il timore che in cambio di un posto letto, una doccia, cibo e un cambio lei avrebbe dovuto rinunciare al suo amico peloso l’aveva fatta desistere, nonostante le rassicurazioni sul punto. «Dove vado io va Pet» – ci aveva detto con fermezza – «e preferisco continuare a morire di freddo e farla per strada piuttosto che rinunciare al suo amore», lei che di amore – ci aveva confidato – in vita sua ne aveva conosciuto meno che nulla.

Adesso la macchina della solidarietà si muoverà per permettere a Piera di poter finalmente «dopo almeno 8 mesi» dormire su un letto invece che sui cartoni, di scrostarsi di dosso la fuliggine di una vita per strada e di stenti, cibarsi come Dio comanda e offrire a Pet qualcosa che non siano scatolette – come abbiamo documentato – di cibo per gatti.

Ancora Piera non lo sa, vaga per Siracusa come una campana che emette suoni muti – ci ha detto che nessuno le bada e di sentirsi invisibile – e che chiede l’elemosina seduta sui marciapiedi, il piattino accanto e gli occhi pronti a inumidirsi per ogni gesto o sguardo sgarbato.

Non lo sa neanche Pet, per adesso, che nelle prossime ore potrebbe dormire al riparo, stretto tra le braccia della sua madre umana, senza il timore suo e di Piera che qualcuno li divida per sempre.