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L'opinione

Una pattuglia di autonominatisi “guardiani” della cultura

Nelle scorse settimane si è svolta la Fiera nazionale di quel gioiello, tutto italiano, chiamato piccola e media editoria

Redazione La Sicilia

19 Dicembre 2025, 15:10

Una  pattuglia di autonominatisi “guardiani” della cultura

«Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo». Vi sbagliate di grosso, se date per assodata la frase, correttamente attribuita alla scrittrice inglese Evelyn Beatrice Hall (1868-1956). È proprio vero che i fruitori delle luci sfavillanti, diffuse anche in questo periodo prenatalizio del 2025, abbiano le traveggole! Nelle ultime settimane, l’esercizio della libertà di opinione assomiglia all’illuminazione di un albero di Natale. Bella quanto ti pare, essa funziona solo a intermittenza! Per la serie: la luce va accesa con i miei sodali di consorteria e di portafoglio, va tolta quando entra in scena chi pensa e agisce diversamente da me!

Dal 4 all’8 dicembre scorso, in occasione di «Più libri, più liberi», è nuovamente risuonato «Apriti, Cielo!», celebre motto di gramsciana memoria. Presso il centro convegni «La Nuvola», ideato dall’archistar Massimiliano Fuksas, si è svolta la Fiera nazionale di quel gioiello, tutto italiano, chiamato piccola e media editoria. Ben 604 artigiani del libro hanno presentato i loro preziosi, cioè libri di ottima fattura, irrinunciabili per la proposizione di contenuti, altrimenti destinati a rimanere sconosciuti per la stragrande maggioranza dei lettori. Gli oltre seicento espositori hanno liberamente mostrato il risultato di un lavoro, quello del piccolo editore, tanto faticoso quanto silenzioso, perseguito con la dedizione certosina di chi prova a rimanere attivo in un mercato asfittico e soggiogato ai dettami dei grandi colossi della carta stampata, ogni giorno più omologati e massificati.

Una pattuglia di autonominatisi “guardiani” della cultura, dal fumettista Zerocalcare all’onnipresente tele-storico Barbero, passando per il giornalista radical-chic Giannini, non vorrebbero che alcune case editrici esponessero i loro, pregiatissimi, artefatti editoriali, rinnovanti una tradizione plurisecolare, iniziata con Aldo Manuzio. Il motivo? Taluni editori diffonderebbero idee in netta contrapposizione alla “vulgata”, rigorosamente democratica e, manco a dirlo, antifascista. Qual è stato il risultato di tale appello ad escludere taluni, per esaltare talaltri? Le case editrici messe all’indice hanno decuplicato visitatori e guadagni.

Se scegliamo di approdare sulla Nuvola a bordo di un Idrovolante, convinti così di fruire di una visione Eclettica del panorama circostante, saranno pure cazzi nostri, non vi pare? Quale nocumento arrecheremmo al libero scorrere delle nebulose che sovrastano i nostri pensieri, oggi più che mai franti e compositi? Quando arriveremo a potere leggere tanto Evola quanto Lenin, vuoi Mishima vuoi Rosa Luxemburg, visti come tasselli di quel mosaico in continua formazione, denominato formazione culturale? L’uomo della postmodernità procede lungo la vita e la storia, Heidegger insegna, per sentieri interrotti. Fatevene una ragione e non provate a più a ostacolare la legittima circolazione di idee e libri, vero sale di ogni democrazia matura. Non rompeteci i faldoni!

di Marco Leonardi