×

L'analisi

Il costo occulto degli scandali alla Regione

Il commento del docente di Principi di Management all'Università Catania

13 Novembre 2025, 21:28

Il costo occulto degli scandali alla Regione

L’ultimo scandalo in ordine di tempo in seno all’amministrazione regionale, sugli appalti nella sanità, solleva rilevanti questioni di ordine etico, morale e giuridico sia sulla faciloneria con la quale alcuni rappresentanti eletti dal popolo siciliano interpretano il loro mandato istituzionale sia sul servilismo con cui taluni dirigenti e funzionari dell’apparato burocratico si inchinano al volere di chi intrallazza dietro le quinte.

Ormai la distanza fra società civile e classe politica è così abissale che si è purtroppo determinata una sorta di impotenza collettiva e pure una generale assuefazione verso tali comportamenti tossici e disfunzionali. I quali, si badi bene, non risparmiano esponenti né di maggioranza né di opposizione, che poi si accusano vicendevolmente a colpi di moralismo se i misfatti riguardano la parte politica avversa o ex alleata.

Fermo restando che di tali vicende si occuperà la magistratura e che non esiste nessun colpevole fino all’ultimo grado di giudizio, un tema connesso a questi gravi accadimenti è passato del tutto in secondo piano negli ultimi giorni.

Nessuno si è chiesto quali siano le ripercussioni economiche di questi e altri episodi di corruzione nella amministrazione regionale. In altre parole, quanto pesano sullo stato di salute dell’economia isolana? Quanto costano alle tasche dei siciliani? Dare numeri è impossibile, ma si può provare a rispondere, cominciando dalla prima domanda.

Da un lato, infatti, i conti economici territoriali e il Defr 2026-28 della Regione Siciliana mostrano che dopo la pandemia l’economia isolana ha registrato un positivo rimbalzo. Negli ultimi tre anni la Sicilia ha avuto una crescita del Pil pari al +3,5%, superiore rispetto al +2,8% del Mezzogiorno e al +2% dell’Italia. È la regione italiana che, dal 2019 al 2025, ha messo a segno la crescita economica più robusta del Paese: +10,9% di Pil reale, secondo la Cgia di Mestre. Il divario con il Centro-Nord rimane ancora elevato, ma i piccoli passi comunque fanno ben sperare.

Dall’altro lato, lo stato di salute di un’economia non si desume solo dal Pil ma anche da un set di ben 11 dimensioni di benessere equo e sostenibile (Bes) dove la Sicilia è ancora indietro e, per via di queste indecenze, rischia di retrocedere ulteriormente. Ad esempio, le valutazioni Istat sul Bes includono la partecipazione elettorale, un indicatore della dimensione “Politica e Istituzioni” dove la Sicilia ha un valore di 38 (media nazionale: 49,8). Episodi di corruzione interni alla macchina amministrativa abbassano il rating di credibilità della nostra isola, con implicazioni pure sul Pil.

Rispondere alla seconda domanda non è affatto facile. Diversi i fattori da esaminare: distorsione della concorrenza, lievitazione dei prezzi delle forniture pubbliche, ricadute sull’indotto delle imprese.

Le stime dei costi economici della corruzione sono molto controverse e ancora poco scientifiche. Sulla base dei dati di The European House Ambrosetti, la corruzione peserebbe per 57,2 miliardi di euro all’anno, pari quasi al 3% del Pil nazionale. Una ricerca internazionale del centro Rand di qualche anno fa stima che in Italia la corruzione costi almeno 237 miliardi di euro (13% del Pil). Le analisi dell’Onu sottolineano che negli appalti pubblici, il rischio corruttivo pesa tra il 10% e il 25% delle risorse stanziate.

Non esistendo metriche specifiche per la Sicilia, si può solo proporre un’estrapolazione per analogia applicando al Pil regionale i valori percentuali ricavati dalle ricerche. Morale della favola?

In uno scenario prudenziale, applicando le stime Onu sul valore dissipato negli appalti pubblici, la Sicilia perderebbe tra 1,3 e 3,2 miliardi di euro annui. In uno scenario intermedio, calcolando in 113 miliardi il valore del Pil siciliano, il peso sarebbe pari a 3,4 miliardi di euro. Nello scenario estremo, prospettato dalle stime Rand, il costo salirebbe a 14,7 miliardi di euro annui.

Sarebbe una vera e propria catastrofe per le tasche di cittadini, famiglie e imprese.