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Manovra da 16 miliardi: taglio Irpef, pace fiscale e stop parziale alle pensioni, il vero nodo sono le banche

La maggioranza tira le ultime fila in vista del consiglio dei ministri che martedì approverà il Dpb

Mila Onder

12 Ottobre 2025, 21:45

Manovra da 16 miliardi: taglio Irpef, pace fiscale e stop parziale alle pensioni, il vero nodo sono le banche

La maggioranza fa il punto sulla manovra e tira le ultime fila in vista del consiglio dei ministri che martedì approverà il Dpb e la legge di bilancio. I leader di centrodestra si ritrovano in un vertice serale prima della partenza di Giorgia Meloni per l’Egitto domani mattina. Sul tavolo le questioni fondamentali, condivise da tutti che devono però trovare ancora una forma definitiva in base ai calcoli che si faranno fino all’ultimo. Si parte dal taglio della seconda aliquota Irpef a favore del ceto medio, passando per la pace fiscale e per il congelamento - parziale - dell’aumento dell’età pensionabile. Non tutte le forze di maggioranza remavano dall’inizio nella stessa direzione, ma tra il pressing della Lega per la rottamazione e le pensioni, e quello di FI per il ceto medio, i compromessi di massima sembrano ormai essere stati trovati.

Il vero nodo resta il contributo delle banche (e probabilmente anche delle assicurazioni). Ancor prima del vertice, Antonio Tajani ha tenuto a puntualizzare che sugli istituti «ha prevalso la linea di Forza Italia: nessuna tassa sugli extraprofitti, ma dialogo costruttivo». Il presidente dell’Ania, Giovanni Liverani, ha invece giocato d’anticipo invitando il governo a considerare le compagnie non come bacino per nuove sovratasse ma come alleati per la soluzione di "problemi giganteschi».

Con una dote di 16 miliardi, la manovra 2026 si annuncia come la più leggera dal 2014. Quell'anno il ddl bilancio si chiamava ancora legge di stabilità e il governo di Enrico Letta la approvò con un valore iniziale di 11,5 miliardi, saliti poi ad oltre 14 nel percorso parlamentare. Ecco in sintesi le principali misure attese per il prossimo anno.

IRPEF - Si punta ad un taglio di due punti della seconda aliquota, dal 35% al 33%, per i redditi compresi tra 28mila e 50mila euro. La misura dovrebbe costare intorno ai 2,5 miliardi, quindi meno dei 4-5 miliardi che sarebbero stati necessari se la misura fosse stata estesa fino a 60mila euro. Il vantaggio può arrivare per i contribuenti ad un massimo di 440 euro l’anno.

PACE FISCALE - Arriva una nuova rottamazione delle cartelle, che nelle ultime ipotesi viene spalmata in nove anni e 108 rate. Saranno probabilmente previsti una serie di parametri che limiteranno la platea ai contribuenti «meritevoli».
PENSIONI - Sterilizzazione selettiva per l’aumento dell’età pensionabile a partire dal 2027: il blocco di tre mesi potrebbe essere graduale e non per tutti. Secondo quanto trapelato, lo stop completo dell’innalzamento sarebbe riservato solo per chi avrà compiuto 64 anni nel 2027.

FAMIGLIE - Il pacchetto vale tra i 500 milioni e un miliardo e va dal congedo parentale al bonus per le mamme. Si lavora sulle detrazioni fiscali col quoziente familiare e sulla conferma del congedo parentale facoltativo all’80% dello stipendio per tre mesi, dopo la fine di quello obbligatorio.

CASA - L’obiettivo è prorogare il bonus ristrutturazioni al 50% sulle prime case, ma in modo selettivo. Nessuna indicazione per il momento invece sul futuro del bonus mobili a scadenza a fine anno.

IRES PREMIALE - Introdotta lo scorso anno per l’imprenditoria virtuosa che fa utili ma investe in occupazione e innovazione, scade il 31 dicembre e dovrebbe essere rinnovata. Il costo si aggira intorno ai 400-500 milioni di euro. Per le imprese sarebbe anche in arrivo il nuovo incentivo che supererà Transizione 5.0.

SANITÀ - Per assunzioni e smaltimento delle liste di attesa, il governo ha annunciato 2,5 miliardi in più a favore del SSN in aggiunta ai 4 miliardi già stanziati con la legge di bilancio dello scorso anno.

BANCHE - Il governo punta ad un loro contributo «concertato» e senza intenti «punitivi». Tra le ipotesi anche quella di una proroga dell’intervento sulle Dta. Le entrate si aggirerebbero intorno ai 2,5 miliardi.