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Sanremo 2026, la corsa al posto all’Ariston costa di più: guida ragionata (e senza sorprese) ai nuovi prezzi e a come comprare i biglietti

Dal rincaro del 20% ai carnet, dalle date ufficiali alle procedure (probabili) di vendita: tutto quello che serve sapere per arrivare pronti al Teatro Ariston nel febbraio 2026

Redazione La Sicilia

19 Dicembre 2025, 09:30

Sanremo 2026, la corsa al posto all’Ariston costa di più: guida ragionata (e senza sorprese) ai nuovi prezzi e a come comprare i biglietti

Immaginate la scena: la platea del Teatro Ariston vibra sull’ultimo ritornello, il pubblico si alza in piedi, mentre nel foyer un display digitale lampeggia una cifra che molti non hanno ancora digerito: 875 euro per la finalissima in platea. Dietro quell’applauso c’è una nuova aritmetica del Festival: il Comune di Sanremo, d’intesa con la Rai, ha ritoccato verso l’alto il listino, con un aumento medio del 20% rispetto allo scorso anno. Una scelta che fotografa la trasformazione del Festival più popolare d’Italia in un’esperienza sempre più contesa, regolata dalla domanda e da una capienza che, per quanto iconica, resta limitata.

Le date (ufficiali) del Festival 2026

Il 76° Festival di Sanremo si svolgerà da martedì 24 a sabato 28 febbraio 2026, in diretta su Rai 1, Radio2 e RaiPlay, con Carlo Conti alla guida come conduttore e direttore artistico. Lo spostamento a fine febbraio — rispetto alla consuetudine di inizio mese — è legato alla sovrapposizione con i Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina. Queste informazioni sono state confermate dal regolamento e dai canali ufficiali della Rai.

Cosa cambia davvero: i nuovi prezzi per l’Ariston

Dopo anni di sostanziale stabilità, il 2026 inaugura un nuovo livello tariffario. Ecco il dettaglio, confermato da più testate e dagli atti di Palazzo Bellevue.

  1. Platea (prime quattro serate, martedì–venerdì): 240 € a serata.
  2. Platea (serata finale, sabato): 875 €.
  3. Galleria (prime quattro serate): 132 € a serata.
  4. Galleria (serata finale): 430 €.
  5. Carnet 5 serate – Platea: 1.835 € (nessuno sconto).
  6. Carnet 5 serate – Galleria: 958 €.

La chiave di lettura è esplicita: “è il mercato a imporre questi aumenti”, spiegano dal Comune di Sanremo, richiamando la richiesta elevatissima e la storica scarsità di posti disponibili all’Ariston. Sui social monta il malumore, ma il segnale è chiaro: assistere dal vivo alla kermesse è un privilegio sempre più “premium”.

Quanto è l’aumento rispetto al 2025

Il salto è tracciabile numeri alla mano:

  1. Platea, serate 1–4: da 200 € a 240 €.
  2. Galleria, serate 1–4: da 110–120 € a 132 € (a seconda delle fonti, la base 2025 oscillava tra 110 e 120 €).
  3. Finale in platea: da 730 € a 875 €.
  4. Finale in galleria: da 360 € a 430 €.

In media, un +20% che spinge verso l’alto il costo d’accesso, soprattutto per l’ultimo atto del sabato.

Perché i prezzi salgono: domanda, capienza, costi e un’Ariston che non può crescere

Il Teatro Ariston non è un’arena modulabile: la sua capienza massima “a teatro” è attorno ai 2.000 posti, con 1.242 in platea, 662 in galleria e 96 nei palchi. Tradotto: ogni sera l’offerta di sedute è rigidamente finita e la pressione della domanda fa il resto. A ciò si aggiungono i costi vivi di noleggio della struttura per il triennio 2026–2028, per cui il Comune di Sanremo ha approvato un impegno complessivo di oltre 8,4 milioni di euro (IVA inclusa): 2,781 milioni per il 2026, 2,832 per il 2027, 2,883 per il 2028. Una parte di questa copertura deriva dal corrispettivo che la Rai riconoscerà al Comune nell’ambito della convenzione.

Questi numeri aiutano a contestualizzare il listino: la macchina organizzativa del Festival — fra palinsesto, logistica, allestimenti, sicurezza e location — è un cantiere ad altissima complessità, che riflette nei biglietti l’aumento generalizzato dei costi e la rarità del bene “posto all’Ariston”.

Come si comprano i biglietti nel 2026: ciò che è stato e ciò che (verosimilmente) sarà

Ad oggi (19 dicembre 2025) le modalità di acquisto dei biglietti per il 2026 non sono ancora state annunciate in via ufficiale. Tuttavia, è plausibile che la procedura ricalchi da vicino quella del 2025, basata su:

  1. una pre-registrazione online in una finestra temporale definita;
  2. una selezione casuale (lotteria) tramite software alla presenza di un notaio;
  3. l’invito all’acquisto (massimo due biglietti per persona) da parte del fornitore del servizio biglietteria, entro termini prefissati.

Nel 2025, per esempio, la pre-registrazione era aperta dal 19 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025, e gli aventi diritto sono stati selezionati e invitati all’acquisto dal 13 al 27 gennaio 2025. Se il modello venisse confermato, è lecito aspettarsi una tempistica analoga tra fine dicembre 2025 e gennaio 2026. In ogni caso, meglio diffidare di qualsiasi voce non proveniente dai canali ufficiali di Rai e Teatro Ariston.

Platea o galleria? Scegliere bene vale soldi (e vista)

La composizione della sala conta. La platea (fino a 1.242 posti) garantisce prossimità al palco, riprese “televisive” più immersive e un impatto acustico che molti ritengono superiore. La galleria (662 posti) è la soluzione più “popolare” (entro i prezzi del Festival), con una visione più ampia della scena. La scelta è anche strategica: nelle serate “centrali” (mercoledì e giovedì) l’equilibrio tra qualità dell’esperienza e prezzo può essere più favorevole.

Il carnet: conviene davvero?

Il carnet 5 serate compatta l’esperienza ma non il prezzo: in platea costa 1.835 €, in galleria 958 €. Non c’è sconto rispetto alla somma delle singole serate. In pratica si paga la comodità di avere tutto il Festival garantito, a fronte di un esborso importante e della gestione logistica (alloggi, spostamenti, giorni di ferie).

Le reazioni: tra entusiasmo e “sticker shock”

La notizia del rialzo ha polarizzato i commenti. Da un lato, l’argomento “mercato”: pochi posti, domanda enorme, prezzi che inseguono il valore percepito del “live” all’Ariston. Dall’altro, l’obiezione sociale e culturale: una kermesse finanziata anche dalla pubblicità e a forte ruolo di servizio pubblico dovrebbe mantenere una soglia di accesso più inclusiva. Nel frattempo, ci sono segnali concreti: già nel 2025 le richieste per i biglietti di “Domenica In” post-Finale avevano sfiorato quota 5.000, il triplo dell’anno precedente — un piccolo termometro del desiderio di “esserci” in Riviera.

L’ecosistema economico: il Festival muove la città (e i prezzi degli hotel)

Ogni annuncio sui biglietti innesca un effetto domino sul turismo: le strutture ricettive di Sanremo e dintorni vedono crescere le richieste con settimane (se non mesi) d’anticipo e tariffe che, nella settimana del Festival, possono impennarsi. Alcune testate segnalano punte di rialzo molto marcate durante i giorni clou: una variabile da mettere a budget se si pianifica l’esperienza completa.

Sanremo 2026: l’offerta artistica e il perché del prezzo “premium”

Non si paga solo la sedia. Il valore del biglietto incorpora la promessa di uno show costruito con cura — e aspettative — altissime: 30 Big selezionati da Carlo Conti (inizialmente previsti 26, poi aumentati a 30), serate tematiche, orchestra, una macchina televisiva che gestisce in diretta cinque prime serate consecutive. La line-up dei Campioni è stata svelata al Tg1 il 30 novembre 2025, con la promessa (esplicitata dallo stesso Conti) di un Festival che fotografi la varietà della produzione italiana tra debutti e ritorni.

Vale la pena?

Se cercate l’esperienza “una volta nella vita”, la platea della finale è l’apice — ma a un prezzo che ormai parla il linguaggio degli eventi premium. Se puntate al miglior rapporto qualità/prezzo, le prime quattro serate offrono musica, ritmo e colpi di scena con un esborso più gestibile, soprattutto in galleria. In ogni caso, la variabile decisiva resta una: la fortuna al sorteggio (se confermato), perché all’Ariston i posti sono — e resteranno — pochi rispetto alla domanda.

Il Festival, del resto, vive anche di questo paradosso: è l’evento più “pop” della televisione italiana, ma dal vivo è un club esclusivo da circa 2.000 persone a sera. Una contraddizione che ne alimenta, da sempre, il fascino.