sant’alessio
Il pizzo mascherato da riscossione crediti, arrivano due condanne: c'è un vecchio boss dei Laudani
L'esponente dei Mussi i Ficurinia è arrivato ad andare nel piccolo comune jonico fingendosi un avvocato per avere la residenza dell'imprenditore-vittima
«Sta casa nun ta godi né tu né i tuoi figghi... non ti fazzu camminari chiù». Le minacce sono partite a Sant'Alessio Siculo, nella fascia jonica del Messinese, nei confronti di un imprenditore catanese che ha la residenza lì. Giovanni Giuffrida, vecchia conoscenza del clan Laudani (già coinvolto nel processo Vicerè), avrebbe intimidito l’uomo allo scopo di estorsergli la somma di 8.500 euro a titolo di riscossione di un credito. Nei messaggi inviati all’imprenditore anche chiari riferimenti alla morte: «Mi devi dare i soldi subito iu non pozzu aspittari picchi a tia quantu prima t’ammazunu e va a finiri ca iu ci appizzu i soddi». Giuffrida, nelle pressioni estorsive, è stato coadiuvato da Gianluca Occhipinti, una sorta di factotum. Ci sarebbero stati addirittura appostamenti sotto casa della vittima, che alla fine avrebbe sborsato 5.400 euro. Giuffrida non si sarebbe fermato alle minacce: è andato al comune di Sant’Alessio Siculo e, fingendosi un avvocato, si è fatto consegnare dall’impiegata comunale il certificato di residenza dell’imprenditore vessato.
Sono partite le denunce. L’imprenditore è stato supportato dall’associazione Libera Impresa. Sono scattate le indagini che hanno portato a chiudere il cerchio sui due imputati. Il processo per competenza territoriale si è svolto a Messina. Giuffrida e Occhipinti sono stati rinviati a giudizio e hanno affrontato il dibattimento. L’imprenditore vittima si è costituito parte civile con l’avvocato Francesco Messina.
Il Tribunale collegiale ha condannato i due imputati. Per Giuffrida è stata comminata una pena di 8 anni e 2 mesi di reclusione e di 6.500 euro di multa. Occhipinti è stato condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione e 1.600 euro di multa. Giuffrida e Occhipinti dovranno risarcire la parte civile versando in via equitativa la somma di 10.000 euro e inoltre dovranno rifondere le spese legali. Fra 90 giorni le motivazioni della sentenza.