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il fatto

Donna accoltellata a Cava de’ Tirreni, l’ombra della violenza contro le donne nel 2025

L’aggressore si è tolto la vita gettandosi da una finestra, lei è in gravi condizioni; indagini in corso e appello alla prevenzione della violenza

Laura Mendola

21 Dicembre 2025, 20:30

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Un nuovo, drammatico episodio di violenza contro una donna scuote la fine del 2025 e riporta al centro dell’attenzione una piaga che continua a segnare il Paese. A Cava de’ Tirreni, nel Salernitano, una donna di 40 anni è stata accoltellata da un uomo suo coetaneo, che subito dopo si è tolto la vita gettandosi da una finestra. L’uomo è morto sul colpo, mentre la donna lotta tra la vita e la morte ed è ricoverata in gravissime condizioni.

Secondo le prime informazioni, i due non convivevano. Un dettaglio che smentisce ancora una volta l’idea che la violenza sulle donne sia confinata esclusivamente all’interno delle mura domestiche o a relazioni stabili. Le dinamiche e il movente dell’aggressione sono ora al vaglio dei carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore, impegnati a ricostruire le ultime ore e i rapporti intercorsi tra vittima e aggressore.

La tragedia di Cava de’ Tirreni si inserisce in un quadro più ampio e inquietante. Anche nel 2025, a poche settimane dalla fine dell'anno, continuano a emergere casi di donne colpite da una violenza estrema, spesso maturata in contesti di relazioni sentimentali finite, conflittuali o non accettate. Coltelli, gesti improvvisi, rabbia che esplode senza possibilità di difesa: uno schema che si ripete e che lascia dietro di sé ferite profonde, quando non vittime innocenti.

Il fatto che l’uomo abbia deciso di togliersi la vita subito dopo l’aggressione non attenua la gravità dell’accaduto. Al contrario, evidenzia una spirale di violenza e autodistruzione che troppo spesso accompagna questi episodi e che rende ancora più difficile intervenire in tempo. Resta una donna gravemente ferita, una comunità sconvolta e l’ennesima storia che interroga istituzioni e società civile.

Mentre le indagini proseguono, cresce l’urgenza di un impegno concreto e continuo nella prevenzione: ascolto delle vittime, strumenti di protezione efficaci, educazione alle relazioni e al rispetto. Ogni nuovo caso dimostra che non basta ricordare le donne uccise o ferite: è necessario agire prima che la violenza esploda.

La speranza, ora, è tutta per le condizioni della donna ricoverata. La sua sopravvivenza è una lotta che riguarda non solo i medici, ma un’intera società chiamata ancora una volta a fare i conti con una tragedia che non può diventare normalità.