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"Pendolaria 2025", nel report di Legambiente sulla Sicilia bocciate la linea ferroviaria Catania-Gela, interrotta dal 2011, e la Alcamo-Trapani

Treni a 42 km orari, il viadotto Carbone non ricostruito, niente secondo binario. Treni vecchi: l'età media della Circumetnea è 34 anni, quelli di Trenitalia 11. E il Ponte assorbe 15 miliardi

Ombretta Grasso

17 Dicembre 2025, 18:57

"Pendolaria 2025",  nel report di Legambiente sulla Sicilia  bocciate la linea ferroviaria Catania-Gela, interrotta dal 2011, e la Alcamo-Trapani

Il trasporto pubblico italiano continua a perdere “pezzi” e continua la "via crucis" dei pendolari. Il Fondo Nazionale Trasporti varrà nel 2026 il 38% in meno rispetto al 2009 se si considera l’inflazione, mentre la legge di Bilancio 2026 toglie risorse decisive a numerose infrastrutture.  Nel 2024 hanno circolato inoltre 185 treni regionali in meno rispetto al 2023 a causa delle dismissioni dei rotabili più vecchi non compensate da acquisti sufficienti di nuovi convogli. Nel frattempo, il Ponte sullo Stretto assorbe 15 miliardi di euro per poco più di 3 chilometri, mentre con un terzo di quella cifra – 5,4 miliardi – si stanno realizzando 250 chilometri di tranvie in 11 città.  E' la fotografia di Pendolaria 2025, giunto alla sua ventesima edizione, il rapporto di Legambiente presentato stamattina alla stazione termini di Roma. 

Tante le criticità in Sicilia, Legambiente denuncia che «le corse dei treni regionali in Sicilia sono ogni giorno 506 contro le 2.173 della Lombardia».  A pesare, soprattutto nel trasporto su ferro, con pesanti ripercussioni sul sud Italia, sono «i continui ritardi infrastrutturali, i treni poco frequenti, le linee a binario unico, la lentezza nella riattivazione delle linee ferroviarie interrotte, chiuse e dismesse, e le risorse economiche inadeguate.

Il confronto con il resto d’Europa rimane ancora impietoso: le linee metropolitane si fermano a 254 km totali, ben poco rispetto a Regno Unito (679 km), Germania (656) e Spagna (614). I km di metropolitane in tutta Italia sono paragonabili a quelli di città come Madrid (291,3) o Parigi (225,2).  Il nostro Paese è dotato di 740 km di ferrovie suburbane, contro i 2.038 tedeschi, 1.817 km nel Regno Unito e 1.443 in Spagna.

Inoltre, secondo il report, in Sicilia scatta «la beffa per i viaggiatori della Piraineto-Castelvetrano-Trapani - è scritto nel rapporto - che, dopo circa un anno e mezzo dalla chiusura (aprile 2024) dovuta a lavori di ammodernamento e soppressione di alcuni passaggi a livello, non ha visto alcun miglioramento alla sua riapertura a giugno 2025. Anzi - rincara la dose Legambiente - si sono verificati disagi per problemi ai passaggi a livello di Mozia-Birgi e Marausa che hanno causato cancellazioni, con i bus sostitutivi insufficienti a compensare il servizio. Lo scorso 22 ottobre dei 26 treni programmati ne sono stati soppressi ben 13».

In parallelo, emerge dallo studio che «risultano fermi i lavori di ammodernamento ed elettrificazione della linea Alcamo-Trapani (Via Milo)», chiusa da febbraio 2013. Rimarrebbe, infine, irrisolta la situazione che riguarda "l'integrazione vettoriale e tariffaria sul nodo metropolitano di Catania tra Trenitalia - Fce - Metropolitana e Amts, a differenza di quanto prevista nel primo contratto di servizio 2017-2026, mentre ancora si attende l’avvio del servizio metropolitano cadenzato Taormina, Catania e l’aeroporto Fontanarossa», conclude Legambiente. 

«In Sicilia, i treni gestiti da Trenitalia mostrano un’età media di 11 anni mentre quelli di Circumetnea superano i 34 anni» emerge ancora dal rapporto di Legambiente sul trasporto pubblico di massa. «Purtroppo, nell’Isola va segnalata una situazione assurda - scrivono gli ambientalisti -, quella dei nuovi treni Blues sulla linea Siracusa-Ragusa-Caltanissetta, dove le rotaie si usurano al passaggio dei nuovi convogli mettendo a rischio la sicurezza. Sono quindi quasi 5 mesi che i pendolari della tratta sono costretti a utilizzare bus sostitutivi».

Infine, Legambiente non risparmia frecciate sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. «Si continua ad insistere nella realizzazione di infrastrutture dannose, tra cui il Ponte, con una spesa prevista per le casse pubbliche di oltre 30 miliardi - scrive l'associazione degli ambientalisti - mentre rimangono ancora chiuse linee come la Caltagirone-Gela dal 2011 e la Palermo-Trapani via Milo dal 2013». 

A Palermo sono state approvate le nuove tratte tranviarie sebbene in ritardo. Sbloccato l’iter per la A nord, ossia quella che collega piazza Giovanni Paolo II (ex piazza Alcide De Gasperi) con via Duca della Verdura, passando da via Libertà e via Marchese di Villabianca. Il MIT ha firmato il decreto che attribuisce la disponibilità di 481 milioni euro al sistema tram di Palermo come attualmente rimodulate. La Giunta comunale ha approvato il progetto definitivo generale delle tratte D (stazione centrale-Bonagia), E1 (Croce Rossa-Francia), E2 (Francia-Zen-Mondello), F (via Crispi-Foro Italico), G (Zen-Sferracavallo).  L’importo complessivo è di 519 milioni. Il problema rimane la cancellazione, de facto, del tratto centrale della rete tranviaria, la tratta A completa, senza la quale la rete sarà monca.


Situazione incerta a Catania, dove il 15 giugno 2024 è stata dismessa la tratta urbana e suburbana della ferrovia Circumetnea
per i lavori di conversione in metropolitana, con molti dubbi sulla data di fine lavori, la futura frequenza di servizio,le stazioni che scompariranno (come quella di Lineri o di Paternò centro). Stiamo
parlando di una linea metropolitana che vede già oggi una tratta sospesa (il ramo portuale) e che ha frequenze piuttosto scarse (10-15 minuti, contro i 4-8 di riferimento per una metro).

Tra le infrastrutture che ancora necessitano della gran parte dei finanziamenti necessari alla loro realizzazione, e che sono
attese da troppo tempo, si annoverano in Sicilia la velocizzazione della Siracusa-Ragusa-Gela (200 milioni mancanti);
il ripristino della Caltagirone-Gela (106 milioni mancanti).