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la sentenza

Marsala, fallimento Vinci: due condanne e due patteggiamenti

Pene per due commercialisti dopo la distrazione di oltre 2 milioni di euro dalle società fallite

Redazione Trapani

15 Dicembre 2025, 22:52

Marsala, fallimento Vinci: due condanne e due patteggiamenti

Si è chiuso con le condanne il procedimento giudiziario che vedeva coinvolti due commercialisti marsalesi e due imprenditori locali, accusati di bancarotta fraudolenta in concorso. Il gup Matteo Giacalone, al termine del rito abbreviato, ha inflitto quattro anni e quattro mesi di reclusione a Giulio Bellan, pena coincidente con la richiesta avanzata dal pubblico ministero Sara Varazi, e quattro anni a Pietro Buffa, condanna più severa rispetto ai tre anni e otto mesi sollecitati dall’accusa. Entrambi sono stati assolti dai capi d’imputazione relativi al falso in bilancio, ma riconosciuti colpevoli delle condotte fraudolente contestate. Parallelamente, hanno scelto la via del patteggiamento gli imprenditori Luigi e Giovanna Vinci, padre e figlia, titolari delle società “Vinci srl” e “Vinci Sicilian Food”, operanti nel settore della produzione di gelati. Per Luigi Vinci, già presidente del Marsala Calcio fino al novembre 2018, la pena concordata è di tre anni, mentre per la figlia Giovanna di due anni.

Secondo gli investigatori, dalle aziende dichiarate fallite tra il 2015 e il 2018 sarebbero stati distratti, prima delle dichiarazioni di insolvenza, fondi per oltre 2 milioni e 190 mila euro. Le indagini, avviate nel 2019, sono state condotte dalla Guardia di Finanza di Marsala, allora guidata dal capitano Luigi Palma, e coordinate dal sostituto procuratore Antonella Trainito, oggi in servizio alla Procura di Trapani. Gli inquirenti hanno ricostruito un quadro complesso di operazioni che, attraverso artifici contabili e documentali, avrebbero consentito agli imputati di sottrarre risorse dalle casse societarie, aggravando la crisi delle imprese e danneggiando i creditori. Lo studio Bellan, coinvolto nell’inchiesta, dispone di sedi anche a Pantelleria, Agrigento, Catania e Milano, segno di una rete professionale estesa e radicata. Nel momento in cui saranno depositati motivi di condanna i difensori dei due professionisti stabiliranno se presentare ricorso in Appello per poi chiedere il concordato o le altre mosse da portare avanti.