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Processo Hydra

Mafia, il pentito: «I soldi della super cupola lombarda andavano anche a Messina Denaro»

Affiliazioni, covi di armi, I verbali del nuovo collaboratore di giustizia fra Cosa nostra, camorra e 'ndrangheta.

Laura Distefano

15 Dicembre 2025, 21:39

16 Dicembre 2025, 00:16

Matteo Messina Denaro

Il boss mafioso Matteo Messina Denaro

 

Le cose si complicano per gli "affiliati" della federazioni delle mafie in Lombardia. Nel fascicolo del processo Hydra sono finiti i verbali del nuovo collaboratore di giustizia, Francesco Bellusci. L'imputato dal carcere ha mandato una lettera ai pm della Dda di Milano Alessandra Cerreti e Rosario Ferracane chiedendo di voler parlare al fine di collaborare con la giustizia.

Bellusci, conosciuto come "occhi celesti", è uno che era ben addentrato. Era presente all'incontro in cui si è costituita «l'unione». Ed è accaduto in un luogo diverso da quello ipotizzato dai pm. Bellusci ha davvero raccontato filo e per segno quello che è accaduto. Il primo verbale, di fine novembre, ha offerto un primo scenario. Uno scenario che porta anche in Sicilia e a Matteo Messina Denaro. C'era un pizzino del super latitante, morto qualche mese dopo la storica cattura del 2023, che parlava di una "Super Cupola" della mafia. Sicuramente un caso, ma intanto il nuovo collaboratore ha spiegato che i soldi del cartello mafioso sarebbero finiti fino alle tasche di "Iddu", cioè del defunto boss di Castelvetrano.

 

Intanto chi è Francesco Bellusci? Lo ha raccontato lui stesso ai magistrati della Dda di Milano. Sono un affiliato della «locale di Legnano-Lonate Pozzolo dal 2007». Il pentito ha spiegato che è stato «battezzato prima come picciotto camorrista» (nel bar di Giacomo Cristello che lo ha rappresentato) e, poi, gli è stata «data la dote di sgarro» (durante una cerimonia avvenuta nel terreno sempre di Filippo Sergi fra Grallarate e Samarate). La «dote» nella 'Ndrangheta definisce il ruolo. Lo sgarro è il livello più alto della società minore. «Lo sgarro - ha spiegato Bellusci - sei all'apice della società minore. Quando poi comincia la santa, vangelo e via dicendo inizi a essere nella società maggiore». I due piani della mafia calabrese secondo il manoscritto della 'Ndrangheta, che Cristello avrebbe «tenuto a casa della madre». Il collaboratore, inoltre, ha svelato che dopo il Covid ci sarebbero state delle affiliazioni «nel carcere di Bologna».

 

«Quello che avete detto nel processo Hydra è tutto esatto», ha detto a un certo punto Bellusci ai pm. I Nicastro, che rappresentavano i Rinzivillo di Gela (Caltanissetta), però se devono «fare fatti gravi o importanti devono dare conto sempre a noi, perchè sennò non si possono muovere sul territorio». Insomma dovevano dare conto «all'unione». Il pentito ha raccontato i dettagli del summit durante il quale è stato siglato il patto federativo. A quel tavolo si sarebbero seduti «Ninni Fidanzati, Dario Nicastro, Gioacchino Amato, Massimo Rosi (collaboratore), io (Bellusci, ndr) e basta», ha ricordato. L'appuntamento sarebbe avvenuto due settimane dopo il famoso incontro conviviale filmato da una telecamera piazzata dagli investigatori. Era la primavera del 2022. Addirittura, grazie a una talpa, gli affiliati avrebbero saputo che in quel terreno di Cristello c'erano piazzate microspie e occhi elettronici.

 

Per questo la riunione fra boss è avvenuta da tutt'altra parte. «L'incontro è avvenuto a Cassano Magnago, dopo il carcere, in un capannone», ha raccontato Bellusci ai magistrati milanesi. «È stato stabilito che tutti dovevamo essere una cosa soltanto. Però c'erano stati dei problemi». Tutti erano dietro Gioacchino Amato: la solidità dell'accordo è stato sancita addirittura con la scelta di diventare "compare di anelli" fra affiliati. «Me la vedo io con tutto. Dovete stare tranquilli. Tutti mangiamo e sono tutti contenti», avrebbe detto Amato agli affiliati «dell'unione».

 

Il consorzio siglato fra Cosa Nostra, Camorra e 'Ndrangheta avrebbe avuto una bacinella comune per i profitti illeciti. E alla cassa avrebbe partecipato addirittura Matteo Messina Denaro. «Vanno da "Iddu", dal famoso Matteo Messina Denaro». L'indiscrezione l'avrebbe appresa il collaboratore durante un pranzo con Gioacchino Amato e Ninni Fidanzati. I due parlavano «in siciliano e dicevano che avevano parlato con l'avvocato, non ho capito se è il fratello o un parente di Iddu, che Iddu è Matteo Messina Denaro». E addirittura gli avrebbe mostrato la foto del famoso avvocato su WhatsApp: «“Vedi che io c'ho contatti direttamente con lui”. Si vantava di questa cosa: che lui aveva a che fare con Matteo Messina Denaro». E ancora, Amato gli avrebbe aggiunto «che i soldi erano anche di Matteo Messina Denaro, era lui che strutturava la cosa dietro». La cosa sarebbe la super cupola lombarda.

 

Il collaboratore, poi, ha svelato dove la locale di Legnano nascondeva le armi. Da un meccanico di Buscate, che sarebbe stato amico di Giacomo Cristello. «Dietro l'officina c'era un coso di galline dove teneva i cani e le galline - ha spiegato Bellusci ai pm milanesi - le prendeva da sotto (le armi) e ce le dava». Ma l'officina sarebbe stata una sorta di paravento, per depistare. «Lui è uno facoltoso, ha un sacco di appartamenti. Fa lo strozzino: il meccanico è una copertura».