La vertenza
Oda, la protesta in chiesa: i lavoratori mostrano i cartelli all'arcivescovo durante la messa
Una quarantina tra lavoratori, familiari e utenti dell’Opera diocesana di assistenza hanno mostrato le scritte durante la “giornata con le persone con disabilità”. E alla richiesta dei nove mesi di arretrati Renna ha garantito il pagamento di due stipendi entro l’anno
Una protesta clamorosa, anzi «una manifestazione spontanea, nata da nove mesi di disagio indicibili per l’assenza dei pagamenti degli stipendi». A dirlo sono alcuni dei 300 lavoratori dell’Oda, l’Opera diocesana di assistenza che fornisce servizi socio-sanitari a circa 1.500 pazienti disabili con patologie gravissime. Ieri, durante la messa delle 18 nel basilica santuario di Maria SS Annunziata del Carmine in piazza Carlo Alberto, hanno mostrato dei cartelli di protesta. Sopra alcune semplici scritte come «sono un dipendente Oda, chiedo rispetto» ma anche «voglio gli stipendi arretrati». Il luogo non è stato scelto in modo casuale: era la «giornata diocesana con le persone con disabilità». A presiedere la funzione l’arcivescovo metropolita Luigi Renna.
Erano una quarantina tra lavoratori e familiari accompagnati anche da alcuni utenti dell’Oda, una Fondazione diocesana sulla quale, come il nome suggerisce, l’arcivescovo ha un ruolo di vigilanza e guida. Renna al termine della funzione ha parlato ai lavoratori garantendo il pagamento di due mensilità entro l’anno, oltre ad anticipare che il subentro del consorzio Sisifo nella gestione potrebbe avvenire nella prima metà di dicembre.
Per alcuni la presenza di Renna è stata l’occasione per uno sfogo. «Siamo qui perché è un altro di quei riti dove utenti e lavoratori Oda non vengono ricordati. Non so nulla degli aspetti finanziari, so solo che se andiamo avanti è perché in famiglia anche mia moglie lavora. In questi quasi nove mesi di stipendi non pagati, ai quali si aggiungerà a breve anche la tredicesima, è mancata l’umanità. Arcivescovo, perché non è venuto a parlarci almeno una volta?», spiega con malcelato rancore un lavoratore che da 36 anni opera «con i disabili gravissimi. Ci rechiamo regolarmente al lavoro anche senza stipendi, ma gli utenti percepiscono il nostro disagio».

Susanna Baudanza, educatrice in Oda e responsabile Sanità pubblica e privata del sindacato Fiadel, ha aggiunto: «La nostra azienda sta facendo un tentativo in tribunale per ridurre i debiti. Ma, come spiegato in tv dal presidente del Cda di Oda Adolfo Landi, potrebbero essere coinvolti i lavoratori. Mi riferisco al blocco dei decreti ingiuntivi. Sono decine, la maggioranza ex colleghi in pensione o licenziatisi per giusta causa, che attendono arretrati e il Tfr. Se quello che ho sentito è vero persone che hanno un pignoramento in atto per ricevere i propri soldi saranno colpiti. E sapere dall’arcivescovo che nel 2025 arriveranno solo due stipendi non rassicura: a fine anno le mensilità arretrate saranno undici, comprendendo dicembre».
Presente anche una delegazione dell’associazione «Catania più attiva», che in questi mesi ha organizzato collette e raccolte alimentari a favore dei dipendenti Oda. «Questa manifestazione - dice il presidente di “Catania più attiva”, Santo Musumeci - avviene non a caso in un luogo spirituale. Perché è un atto di disperazione per far smuovere la situazione», conclude.