Il caso
Uccisero la cagnolina Timida a Siracusa: in tre a giudizio
La Lega antivivisezione si costituirà parte civile: «Siamo soddisfatti del rinvio a giudizio, ma la battaglia continua»
La cagnolina Timida
Sono stati rinviati a giudizio i presunti responsabili della morte della cagnolina di nome Timida, avvenuta in aprile nella zona balneare di Siracusa.
«M.C. di 56 anni incaricava, con un compenso di 350 euro, M.A. di 48 anni di sgomberare un ricovero per cani di quartiere e una colonia felina, allo scopo di rendere più confortevole l’area antistante la propria struttura ricettiva. - ricostruisce Leal, lega antivivisezione - M.A. a sua volta aveva incaricato S.G. di 27 anni di eseguire il crimine. Gli animali erano seguiti dalle associazioni Leal e Balzoo ed è proprio grazie al grande impegno delle volontarie Francesca Grasso e Laura Merlino che si sono raccolti elementi indispensabili alle indagini, come la confessione di uno dei rei. I tre responsabili sono stati dunque rinviati a giudizio, per i diversi delitti posti in essere, dalla distruzione aggravata delle cucce scaraventate in mare insieme ai cuccioli dei gatti e per aver caricato in macchina i due cani liberandoli nelle campagne e determinando la morte per investimento sui binari ferroviari. Resta da chiarire se Timida fosse stata o meno legata sui binari prima dell’impatto con il treno.
«Siamo soddisfatti del rinvio a giudizio, ma la battaglia continua - dichiara Aurora Rosaria Lo Prete, avvocato Leal - vogliamo pervenire a un provvedimento di condanna, per l’atto crudele nei confronti di questa creatura. Timida merita giustizia e non ci fermeremo». Leal, riconosciuta come parte offesa, insieme ad altre associazioni, promette battaglia strenua per la condanna dei colpevoli.
«Timida è stata uccisa in modo efferato - dice Gian Marco Prampolini, presidente della Leal - in totale spregio del suo diritto alla vita. Lo stesso è stato fatto con i gattini della colonia, vivi per miracolo, e il loro habitat, distrutto da mani che incarnano una visione orribile degli animali. Una società civile deve esigere pene esemplari per restituire almeno giustizia a una creatura morta nel terrore. Ci aspettiamo dunque una pena proporzionata alla crudeltà degli atti compiuti».