abusivismo
Caltagirone, scoperto e sequestrato allevamento di cavalli
L'operazione della polizia locale ha portato alla denuncia di un 45enne
Scoperto dalla polizia locale, in contrada Favarella (territorio di Caltagirone, a due passi da Grammichele), un allevamento equino (oltre 60 cavalli) indicato come abusivo. Contestate, infatti, a colui che è stato individuato come il titolare della struttura, l’assenza delle necessarie autorizzazioni, ma anche la sussistenza di diverse irregolarità di natura edilizia e ambientale.
Gli agenti, al comando del colonnello Domenico Martino, hanno pertanto denunciato all’autorità giudiziaria l’uomo, un 45enne, con le accuse di allevamento abusivo, gestione illecita di rifiuti, violazione delle norme urbanistiche edilizie e occupazione arbitraria di terreni demaniali. Nell’ambito delle attività di controllo del territorio finalizzate in particolare alla tutela dell’ambiente, i vigili urbani calatini (nucleo di polizia giudiziaria) hanno constatato la presenza di numerosi manufatti edilizi adibiti a box per cavalli, realizzati, come emerge dai loro rilievi, senza alcun titolo abitativo.
L’area risultava inoltre occupata da oltre 60 cavalli, detenuti senza le prescritte autorizzazioni ambientali. Gli approfondimenti successivi, come si ricava dal lavoro degli inquirenti, hanno permesso di accertare che una parte significativa dei terreni era costituita da particelle del Demanio dello Stato, completamente recintate e usate come area in cui gli animali sostavano, in assenza di concessione.
Rinvenuta pure una discarica abusiva, composta da materiali inerti, fresato d’asfalto, terre e rocce da scavo e resti animali. Sequestrati i manufatti, le aree demaniali occupate e il deposito di rifiuti. Intanto, i Servizi veterinari dell’Asp hanno avviato le verifiche sulla provenienza e la tracciabilità degli equini, considerata l’assenza di documentazione fiscale e sanitaria, rilevata dalla polizia locale e il consistente valore economico (anche parecchie migliaia di euro) dei singoli esemplari.
Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Caltagirone, Alessandro Di Fede.