Salute
In Chirurgia a Sciacca solo tre medici per un intero reparto: turni massacranti e ferie negate
Al momento l'Asp di Agrigento non ha previsto alcun supporto dai vicini ospedali
L'ospedale di Sciacca
A un anno dalle prime segnalazioni, la carenza di personale all’ospedale Giovanni Paolo II resta irrisolta. Il reparto di chirurgia è al limite: solo tre medici in servizio, costretti a turni estenuanti e reperibilità continua. La situazione del personale medico, già critica in diversi reparti, resta grave nell’Unità Operativa di Chirurgia, cuore pulsante dell’assistenza ospedaliera. Poco meno di un anno fa il reparto aveva perso tre dirigenti medici ed a reggere l’intero carico di lavoro erano rimasti solo Giuseppe Di Prima, Michele Scarpulla e Salvatore Ciaccio. Ed oggi sono sempre loro a stare in trincea.
Una dotazione insufficiente per garantire la copertura di corsia, ambulatorio e sala operatoria, con i medici costretti a turni massacranti, reperibilità continua e impossibilità di godere delle ferie. La direzione strategica riferiva che si stavano definendo i concorsi e che sarebbero arrivati a sostegno giovani specializzando. A distanza di mesi, la situazione non è migliorata.
Il personale si impegna allo spasimo, riesce a soddisfare le esigenze dei pazienti, ma è esausto e c'è un un clima di precarietà che rischia di compromettere la qualità dell’assistenza. I loro turni sono massacranti, quando non sono in ospedale devono garantire la reperibilità e le chiamate arrivano di frequente. E quando terminano il loro turno di servizio capita spesso che devono chiamare a casa per segnalare ai familiari che non possono arrivare in tempo.
Il sovraccarico di lavoro non è solo una questione organizzativa, ma un serio fattore di rischio per la salute dei pazienti e per la tenuta psicofisica dei professionisti in servizio. E non c'è nessun piano, al momento, che prevede il supporto da parte di altri presidi sanitari, come quello di Ribera, dove la pressione sul reparto di chirurgia è decisamente inferiore. Il quadro generale è allarmante.
«I medici sono molto disponibili e anche professionalmente molto validi – ci dice un paziente – si vede che si sacrificano per garantire assistenza adeguata, fare gli interventi chirurgici, gestire le terapie e le consulenze dell'area di emergenza, meriterebbero una medaglia».