accertamenti al via
IMU 2018, il Comune avvia il recupero coattivo: oltre 14 milioni da riscuotere
Sono 8.500 gli avvisi affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione. L’avvocato Tarquini avverte: «Verificate la regolarità delle notifiche»
Il Comune ha deciso di stringere i tempi per riscuotere i tributi e ha avviato una campagna di recupero coattivo nei confronti dei contribuenti che non hanno versato l’IMU 2018. La decisione discende dalla determina dirigenziale n. 5311 del 27 ottobre, firmata dal dirigente del Settore Entrate e Servizi Fiscali, con la quale si è preso atto della necessità di affidare all’Agenzia delle Entrate l’esecuzione di un ruolo che ammonta complessivamente a oltre 14 milioni di euro, somma formata da 8.527 accertamenti esecutivi già notificati, comprensivi di imposta, sanzioni, interessi e spese accessorie.
Secondo quanto emerge dagli atti, l’ufficio comunale ha proceduto nei mesi scorsi a incrociare i dati contenuti nelle banche dati ministeriali con le dichiarazioni presentate e i versamenti eseguiti dai contribuenti, riscontrando una quota consistente di omissioni. A seguito di tale attività sono stati predisposti e notificati avvisi di liquidazione, ma non tutti i cittadini destinatari hanno provveduto al pagamento. Da qui la scelta di passare alla fase esecutiva, con la trasmissione degli elenchi all’Agenzia delle Entrate-Riscossione (Ader), che ha assunto in carico gli atti il 5 agosto e ha dato corso alle procedure finalizzate al recupero coattivo.
La determinazione comunale precisa che gli avvisi di liquidazione sono stati regolarmente notificati, ma è proprio questo uno degli aspetti che più di altri alimenta il dibattito.
«Non di rado – afferma l’avvocato tributarista, Ivano Tarquini – accade che i contribuenti vengano a conoscenza di presunti debiti tributari soltanto con l’arrivo della cartella di pagamento o di un atto esecutivo, senza aver mai ricevuto l’accertamento che ne costituisce il presupposto. Prima di procedere con il versamento delle somme richieste è indispensabile accertare che la notifica dell’accertamento sia avvenuta con il pieno rispetto della normativa vigente. Nel caso in cui l’avviso di accertamento presente nella cosiddetta “presa in carico” di Ader non sia stato consegnato correttamente, o addirittura non risulti affatto notificato, il contribuente ha diritto a far valere la nullità dell’azione di riscossione davanti al giudice tributario, con la possibilità di bloccare l’intera procedura. La verifica della regolarità della notifica è un passaggio cruciale: se viene accertata un’omissione, l’azione esecutiva non può proseguire e il cittadino può ottenere l’annullamento del debito. Si tratta di strumenti di difesa che spesso non vengono utilizzati per mancanza di informazione, ma che possono rivelarsi determinanti per tutelare i propri diritti».
La vicenda mette in luce il delicato equilibrio tra l’esigenza dell’ente locale di garantire entrate certe per il bilancio, indispensabili per la tenuta dei conti pubblici, e la necessità di assicurare ai cittadini il rispetto delle garanzie procedimentali e del diritto di difesa. Per i contribuenti coinvolti, quindi, le prossime settimane saranno decisive: chi si vede recapitare un atto di presa in carico delle somme da riscuotere dovrà scegliere se pagare o se contestare, richiedendo agli uffici copia delle relate di notifica e valutando con l’assistenza di un professionista se vi siano margini per avviare un contenzioso.
«È un terreno – dice l’esperto – sul quale non mancheranno i ricorsi, perché la giurisprudenza ha più volte sottolineato che la notifica dell’atto presupposto rappresenta un requisito imprescindibile di legittimità della riscossione. In conclusione, la partita appena aperta non riguarda soltanto numeri e somme da incassare, ma tocca i principi fondamentali del rapporto tra fisco e contribuente. Da un lato, il Comune intende dare un segnale di rigore contro l’omesso pagamento dell’IMU, dall’altro i cittadini hanno diritto a pretendere che ogni passaggio sia compiuto nel pieno rispetto delle regole».