La Regione c’è. E rivendica perfino la primogenitura dell’idea di collettare nel depuratore IAS i reflui civili dei Comuni di Siracusa, Floridia e Solarino, compiendo il passo propedeutico fondamentale, ossia quello di inserire l’impianto di Priolo, che sino a oggi ha trattato soprattutto reflui industriali, nel Sistema idrico integrato di Siracusa. Il che vuol dire inserirlo nel Piano d’ambito, che di quel sistema è il documento operativo. Il che, a sua volta, vuol dire inserire il depuratore IAS tra i compiti del gestore unico, finalmente individuato – come sappiamo – tramite una gara che ha selezionato il socio privato (Acea Molise) di una società mista che vede i Comuni titolari del 51% delle quote. Questa società mista, come si sa, è Aretusacque che, al netto del tanto parlare e scrivere di questi mesi, nasce ufficialmente oggi, con la firma del contratto tra parte privata e parte pubblica.
E, la Regione, con chi avrebbe dovuto avviare l’interlocuzione per rendere tutto questo operativo se non c’era ancora ufficialmente il gestore unico? Ecco, ora c’è e tutto può partire. È questo, in sintesi, quanto affermato ieri dal commissario per l’attuazione degli interventi di adeguamento del depuratore IAS, Giovanna Picone, nominata nel febbraio del 2024 dal presidente della Regione Renato Schifani. Picone a La Sicilia si mostra anche leggermente risentita perché nessuno, in questi giorni in cui la questione ha occupato spazio mediatico importante, si è ricordato che già nel giugno 2024 il governatore ha dettato la via verso una seconda vita (post-giudiziaria) del depuratore, dopo che le industrie si staccheranno. “La possibilità più concreta – aveva annunciato Schifani – è quella di collegare all’impianto altre utenze civili, ossia altri Comuni oltre a Melilli e Priolo: Siracusa, Floridia e Solarino sembrano interessati. Per questo progetto occorrerebbe una rimodulazione delle tariffe attuali. Un’altra ipotesi è quella di offrire nuovi servizi al territorio, come l’utilizzo degli avanzati laboratori di analisi dell’impianto IAS. È importante – aveva aggiunto Schifani – gettare le basi per consentire a questa imponente infrastruttura di continuare a stare sul mercato, garantendone la sostenibilità economica”.
Venerdì scorso il tema è stato oggetto di un Consiglio comunale aperto, dove si è rilanciata l’ipotesi – unica via anche per liberare il Porto Grande dallo sversamento dei reflui depurati, che ne stanno minando l’ecosistema – del collettamento in IAS dei reflui civili di Siracusa, Floridia e Solarino, che oggi vengono trattati nell’impianto di contrada Canalicchio. E la grande assente è sembrata, appunto, la titolare dell’impianto: la Regione. È stata invocata l’istituzione di un tavolo tecnico con i protagonisti di questo passaggio, che serva a studiare la sostenibilità ambientale ed economica del traghettamento.
E proprio alla domanda sull’istituzione di questo tavolo che dovrà sancire tutte le azioni pratiche e uscire dalla teoria, Picone risponde con convinzione: “Assolutamente sì. Lo abbiamo scritto e comunicato già più di un anno fa. Perché non lo abbiamo fatto sinora? Siccome il contratto lo stipulano oggi, non è che potevamo farlo prima”. Picone parla del futuro gestore unico del Sistema idrico integrato, ossia di Aretusacque. E qui, infatti, l’altra notizia: oggi Acea e i Comuni firmano il contratto che fa nascere formalmente Aretusacque. Individuato, dunque, il referente: “È il gestore unico – conferma Picone – e adesso possiamo iniziare questo percorso”. Ieri pomeriggio a Palazzo d’Orléans si è tenuto un incontro proprio su questo.