Il processo
Depistaggio, al via l'udienza a Caltanissetta che vede imputati 4 poliziotti
Gli agenti sono accusati di aver rilasciato false dichiarazioni nel corso delle loro deposizioni in qualità di testi
Ha preso il via, davanti al Tribunale di Caltanissetta, la nuova udienza del processo per il cosiddetto “depistaggio bis”, che vede imputati quattro poliziotti, Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli, accusati di aver rilasciato false dichiarazioni nel corso delle loro deposizioni in qualità di testi in un altro processo che si è celebrato sempre a Caltanissetta, sui depistaggi che inquinarono le indagini sulla strage di via D’Amelio in cui, il 19 luglio 1992, furono uccisi il magistrato Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta Emanuela Loi, Claudio Traina, Vincenzo Fabio Li Muli, Eddie Walter Cosina e Agostino Catalano. I quattro poliziotti, che facevano parte del Gruppo investigativo Falcone e Borsellino che indagava sulle stragi mafiose del ’92, sono tutti in aula.
La vicenda è collegata a quello che venne definito il più grave depistaggio della storia italiana (secondo la sentenza Borsellino quater): le due figure di primo piano sono Arnaldo La Barbera, ex capo della mobile di Palermo, e Vincenzo Scarantino, il “pupo vestito” appositamente per depistare le indagini sulla strage del 19 luglio 1992. Scarantino si era autoaccusato di aver rubato la 126 esplosa in via d’Amelio portando alla condanna di persone innocenti nel processo Borsellino Uno e Bis. La svolta ci fu nel 2008 con il pentimento di Gaspare Spatuzza, killer di fiducia dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano. Fu lui a smentire Scarantino e a ristabilire la verità dei fatti. Oggi verrà ascoltato l’agente della Dia Pietro Ganci.