Report Cgil
Piano di dimensionamento svuota le scuole di Catania: 19 istituti in meno, 110 cattedre tagliate e dispersione al 25%
I sindacati avvertono che, nonostante i fondi PNRR, il dimensionamento mette a rischio il diritto allo studio e alimenta la dispersione scolastica.

«Con il piano di dimensionamento triennale le scuole di Catania e provincia hanno subito un taglio di ben 19 scuole tra il 2023 e il 2025. Una riduzione molto più consistente rispetto a quella operata in altre province. Non è accettabile che ciò avvenga in una città che registra ancora il terribile primato del 25% di dispersione scolastica». Lo affermano i segretari provinciali di Cgil e Flc Cgil Carmelo De Caudo e Cettina Brunetto.
«Nonostante le istituzioni locali abbiano potuto contare su somme importanti del Pnrr per riqualificare strutture e approcci didattici, con tanto di aule immersive e academy - aggiungono i due sindacalisti - nella sostanza si fanno ancora i conti con classi pollaio e difficoltà di frequenza per quei piccoli alunni ai quali è stata soppressa la propria scuola costringendo le famiglie a spostamenti più lunghi per raggiungere le aule scolastiche. Tutto questo a noi sembra andare nella direzione contraria al reale diritto allo studio. Il dimensionamento - spiegano De Caudo e Brunetto - ha prodotto la soppressione di 97 istituzioni scolastiche in tutta la Sicilia con l’inevitabile conseguenza di altrettanti dirigenti perdenti posto e molti più amministrativi costretti per lo più a essere trasferiti. Non va meglio per le cattedre: nell’anno scolastico 2025/2026 appena apertosi, a Catania e provincia sono state perse oltre 110 cattedre per tutti gli ordini di scuola. In sostanza, chi è andato in pensione non sarà rimpiazzato. Non possiamo fare finta che nulla stia accadendo - concludono Brunetto e De Caudo - e soprattutto non possiamo nascondere le difficoltà dietro a una foglia di fico. La buona scuola è un passaggio necessario affinché, soprattutto in questo momento storico, le nuove generazioni crescano in un contesto civile, democratico e orientato allo sviluppo. E questa si realizza con il numero adeguato di insegnanti e personale».