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Siracusa, un anno decisivo per case di comunità e nuovo ospedale

Osservatorio civico. Il presidente Salvo Sorbello: «Il prossimo anno segnerà una svolta per la sanità, ma si deve lavorare senza sosta»

Redazione Siracusa

02 Ottobre 2025, 12:34

02 Ottobre 2025, 12:35

Siracusa, un anno decisivo per case di comunità e nuovo ospedale

«Il prossimo anno sarà cruciale per il futuro della sanità siracusana». Ne è convinto Salvo Sorbello, presidente dell’Osservatorio Civico, secondo cui il prossimo anno dovrebbe essere quello giusto per la posa della prima pietra del nuovo ospedale Dea di secondo livello e sarà certamente quello in cui inizieranno la loro attività, entro la primavera, le dodici Case della Comunità e i quattro ospedali di Comunità (Lentini, Pachino, Siracusa e Noto) previsti in provincia, finanziati con i fondi del Pnrr.

«Per quanto riguarda le Case, quattro, quelle cosiddette Hub, saranno ubicate a Siracusa (nel padiglione ex cucine dell’ex Onp della Pizzuta), ad Augusta (al Muscatello), a Noto (nei locali dell’ospedale Trigona, già operante da gennaio) e a Lentini (nell’edificio ex Inam). Per la verità, quella di Noto è attiva in via sperimentale dallo scorso mese di marzo ed è stato nominato anche il Comitato per la partecipazione».

Le Hub sono strutture più grandi e specializzate, che offrono servizi diagnostici completi, assistenza medica e infermieristica continua (anche 24 ore al giorno per sette giorni alla settimana), fungendo da centro di coordinamento territoriale. Le Spoke sono invece strutture di minori dimensioni, focalizzate sull’assistenza primaria, con presenza medica limitata a dodici ore al giorno, per sei giorni su sette, e servizi diagnostici di base facoltativi. In provincia saranno ad Avola (in piazza Francesco Crispi), a Melilli (in via Martiri di via Fani), a Pachino (nel palazzetto della sanità), a Floridia (via De Amicis), a Francofonte (in via on. Franco), a Palazzolo (in corso Vittorio Emanuele), nel capoluogo (in un altro padiglione dell’ex Onp) e a Rosolini.

«Le Case della Comunità - aggiunge Sorbello - svolgeranno un ruolo di fondamentale importanza: il decreto interministeriale 23 maggio 2022 prevede che siano dei "luoghi fisici di facile individuazione ai quali i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria e socio-sanitaria”.

«Il Dipartimento dell'Assistenza Distrettuale e dell'Integrazione Socio Sanitaria dell’Asp, di cui è responsabile Anselmo Madeddu, si sta impegnando al massimo per far sì che queste strutture possano svolgere nel migliore dei modi la funzione per le quali sono state concepite e cioè essere l’anello, al momento mancante, tra la medicina di territorio e quella ospedaliera. Non sarà un compito agevole e risulterà indispensabile sviluppare un efficace coordinamento tra Regione, Asp, Comuni, associazioni ed istituzioni locali».

L’obiettivo è ambizioso, perché si tratta di attuare un modello organizzativo del tutto nuovo, che costituisca un valido punto di riferimento continuativo per la popolazione, alleggerendo così la pressione su ospedali e pronto soccorso.