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Autovelox, al via il censimento nazionale: stop alle multe dai dispositivi non registrati (ma resta il rebus dell'omologazione)

Gli enti avranno 60 giorni per registrare gli apparecchi e creare un archivio pubblico. Dal 30 novembre, i dispositivi non iscritti non potranno più generare sanzioni

Redazione La Sicilia

30 Settembre 2025, 13:57

01 Ottobre 2025, 12:15

Autovelox, al via il censimento nazionale: stop alle multe dai dispositivi non registrati (ma resta il rebus dell'omologazione)

Autovelox

Avviato oggi il primo censimento nazionale degli autovelox: Polizie locali, Polizia Stradale, Carabinieri, Comuni e Province hanno 60 giorni per registrare ogni apparecchiatura sul Portale dell’Automobilista, gestito dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit).

L’iniziativa mira a creare un archivio pubblico e centralizzato con marca, modello, numero di matricola e dati di approvazione di ciascun strumento.

Dal 30 novembre, i dispositivi non iscritti non potranno più generare sanzioni.

L’obiettivo dichiarato è fare trasparenza su un tema da sempre controverso, a partire dalle polemiche sul numero effettivo dei misuratori di velocità installati in Italia. «Finalmente avremo una fotografia ufficiale, smascherando cifre gonfiate come quella dei presunti 13 mila autovelox», osserva Luigi Altamura, comandante della polizia locale di Verona.

Resta però irrisolto il nodo dell’omologazione, previsto dall’articolo 142 del Codice della strada. Pur in presenza dell’obbligo di utilizzare dispositivi «debitamente omologati», da 33 anni manca un decreto che definisca criteri e procedure. Un tentativo di regolamentazione è stato ritirato dopo le polemiche e la situazione è rimasta ingarbugliata.

La Corte di Cassazione ha ribadito più volte che omologazione e approvazione sono passaggi distinti e imprescindibili. L’assenza della prima ha portato in passato all’annullamento di verbali e alle decurtazioni di punti, creando un vuoto giuridico che mina la certezza del diritto: da un lato lo Stato invoca trasparenza, dall’altro non definisce ancora le regole fondamentali, alimentando la sfiducia dei cittadini. Il censimento rappresenta un passo verso una maggiore credibilità del sistema, ma la partita sarà davvero chiusa solo quando una norma puntuale stabilirà con chiarezza chi, come e quando deve omologare questi «occhi elettronici» sulle strade.