la vertenza
Caltanissetta, dipendenti Telecontact in corteo vestiti a lutto: «Va riaperto il tavolo ministeriale»
Una delegazione con i rappresentanti sindacali ha poi incontrato il prefetto consegnandogli un documento
È stato un incontro carico di speranze quello che si è tenuto ieri in prefettura a Caltanissetta con la presenza dei rappresentanti sindacali e di una delegazione di lavoratori dopo che si è svolto il corteo di protesta per le vie della città (con tanti dipendenti vestiti simbolicamente a lutto) organizzato dalle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl contro la decisione adottata dai responsabili di “Telecontact srl” di accorpare l’azienda con un’altra società minore.
«La eventuale perdita di posti di lavoro in una provincia con meno di 250 mila abitanti e un tasso di disoccupazione del 13,9% risulterebbe devastante - è stato evidenziato dai sindacalisti - ma l’impatto non si fermerebbe ai dipendenti diretti: ogni lavoratore di Telecontact infatti sostiene con il proprio reddito famiglie, consumi locali con ricadute nelle attività commerciali. La scomparsa di questi redditi significherebbe un ulteriore impoverimento dell’economia locale, con effetti negativi a catena su tutto il territorio».
«L’operazione - secondo i componenti della delegazione che ha incontrato il prefetto Licia Donatella Messina - è chiara nella sua logica: TIM, dopo aver ceduto la rete (NetCo) a FiberCop, vorrebbe disfarsi anche dei servizi di customer care. Il 5 novembre scorso infatti ha comunicato ufficialmente l’avvio della procedura di cessione dell’intero ramo d’azienda Telecontact (che coinvolge 1.591 lavoratori in tutta l’Italia, di cui 226 a Caltanissetta) a una società di nuova costituzione, la DNA srl, controllata al 100% dal Gruppo Distribuzione». «Una società a responsabilità limitata con un capitale sociale di appena diecimila euro - denunziano i sindacati - che sarebbe stata creata ad hoc per “gestire i processi di transizione”».
«A conclusione della manifestazione i lavoratori e i rappresentanti sindacali, in presenza anche del sindaco Walter Tesauro che ha manifestato assieme ai lavoratori - ha detto poi il prefetto Licia Messina - hanno rappresentato quelle che sono le loro preoccupazioni e mi hanno consegnato un documento. Nei giorni scorsi ci sono già state anche delle riunioni dedicate di alcuni Consigli comunali dell’hinterland e un incontro a livello regionale: l’aspettativa che viene portata avanti dai politici e dagli amministratori locali, oltre che dai dipendenti del call center, è quella di riaprire il tavolo delle trattative presso il ministero. Ho comunque compreso che questo tavolo in realtà è stato aperto e chiuso, quindi lo sforzo che si deve fare è quello di potere ottenere una riapertura e un confronto con l’azienda. Io mi farò portavoce delle istanze ricevute e manderemo anche il documento che mi è stato consegnato».
«In occasione del recente convegno nazionale dell’Anci che si è tenuto a Napoli, abbiamo concordato con il sindaco di Catanzaro (altra città toccata dalla vertenza) di fare una conference call per coordinare le iniziative da mettere in atto al fine di tutelare le aspettative dei lavoratori – ha detto il sindaco Walter Tesauro –. Noi vogliamo che siano garantiti i posti di lavoro e che sia assicurato pure il luogo di lavoro, poiché il discorso che Tim dismette a favore di un’altra azienda assorbita da un’altra società a responsabilità limitata, così come è la “DNA” di Roma, crea un problema occupazionale nel prossimo futuro: non sappiamo infatti se con il sistema dello smart working, già in una fase avanzatissima di attuazione, possa precludere l’azienda. Così si mettono in grosse difficoltà le famiglie dei lavoratori e i loro componenti. Inoltre essere mandati in un altro luogo di lavoro, piuttosto che rimanere a Caltanissetta, sarebbe un danno economico per le famiglie che vivono in città ed anche all’intera comunità nissena».