Cultura
Gela, nell'area archeologica di Bosco Littorio dentro la botola le mura greche in mattoni crudi
La Soprintendente, esaminando atti d’archivio, ha ripreso il caso dopo 30 anni
Le mura arcaiche sotto la botola arrugginita e incrostata dal tempo. Ci sono tracce di mura in mattoni crudi di età arcaica nell’area di Bosco Littorio e, precisamente, nel cortile degli uffici e dei magazzini della Soprintendenza di Caltanissetta. Sono mura della stessa tipologia degli ambienti dell’emporio greco arcaico che si trova anch’esso a Bosco Littorio.
Dopo oltre un trentennio da un ritrovamento mai noto alla città, la Soprintendenza di Caltanissetta ha preso l’iniziativa di effettuare uno scavo archeologico con fondi della Regione per 30 mila euro e lunedì saranno consegnati i lavori all’impresa Cassisi. A volere questo scavo archeologico è stata la Soprintendente di Caltanissetta Daniela Vullo che da documentazione d’archivio ha appreso che negli anni ’80, durante i lavori di recupero del fabbricato destinato a uffici e magazzini della Soprintendenza, mentre si stava creando una cisterna interrata, vennero alla luce, in due tratti vicini, due muretti in mattoni crudi. La direzione dei lavori decise di lasciare quei muretti alla disponibilità degli studiosi con la costruzione di un manufatto sotterraneo che, assicurandone la conservazione, permettesse l’accesso e la loro visione. La vicenda finì nel dimenticatoio. Finché qualche anno fa, quando la Soprintendente Vullo recatasi a Bosco Littorio per i lavori di ristrutturazione di quegli stessi locali, non si imbatté nella botola dentro il cortile e si chiese che funzione avesse. Così è emersa la verità. Aprendo la botola c’è l’accesso a uno dei due muri in mattoni crudi scoperti nel 1986. Da allora ad oggi non è stata eseguita alcuna indagine archeologica o opera di conservazione e valorizzazione delle strutture antiche che non sono quindi visibili. L’arch. Vullo quella botola ha deciso che va aperta dopo aver letto i documenti conservati in archivio su ciò che si fece sul posto negli anni Ottanta. Determinante in tal senso è stata la relazione consegnata dall’archeologa Grazia Spagnolo. Vi si legge che a Bosco Littorio, nel cortile interno dell’edificio ex colonia estiva in ristrutturazione per ospitare gli uffici della Soprintendenza, nel novembre 1986 si stava scavando per creare una cisterna di raccolta dell’acqua, quando è emersa una struttura muraria in mattoni crudi simile a quelle individuate nel 1983 più ad Ovest, nell’area in cui avrebbe dovuto sorgere un asilo comunale. Si decise allora di effettuare un saggio nel cortile e sotto lo strato di sabbia è emerso un muro in mattoni crudi di 2,30 metri di lunghezza e alto 55 centimetri. Si allargò lo scavo e scendendo a oltre tre metri di profondità, al di sotto di uno strato di argilla sabbiosa con tracce di bruciato, interpretabile verosimilmente come piano battuto relativo a strutture murarie, sono stati intercettati gli strati relativi ad una frequentazione più antica. Si decise di non fare più la cisterna, di creare la pavimentazione del cortile lasciando a vista uno dei due muri che è stato coperto da una botola ispezionabile. Ora si faranno gli scavi.
L’intendimento dichiarato della Soprintendenza è duplice: in primo luogo, verificare le attuali condizioni di conservazione dei muretti in mattoni crudi dopo il lungo periodo di abbandono sotterraneo; in secondo luogo, procedere alla loro messa in luce completa e all’esecuzione di tutte le opere di conservazione e valorizzazione necessarie a renderli fruibili e parte integrante del patrimonio storico-culturale di Bosco Littorio. L’obiettivo finale è sottrarre queste preziose testimonianze del passato all’oblio e restituirle alla conoscenza pubblica e scientifica.