Il report
Caritas, il 71,9% dei poveri in Sicilia è di origine italiana: disagio abitativo e salute mentale le priorità
La Chiesa verso la IX giornata mondiale dei poveri: la povertà come luogo teologico e sfida in Sicilia
La Chiesa si appresta a celebrare, domenica 16 novembre, la IX Giornata Mondiale dei Poveri sul tema «Sei tu, mio Signore, la mia speranza». Nel messaggio Papa Leone XIV richiama ciascuno, in quest'anno giubilare, a riconoscere che la povertà non è un incidente della storia, ma un luogo teologico, un incontro possibile con il volto di Dio che si fa compagno di strada dei più piccoli.
Per il ragusano Domenico Leggio, direttore regionale di Caritas Sicilia: «La sfida non è solo "pensare al povero", ma coltivare uno stile comunitario capace di incontrarlo e valorizzarlo come risorsa. È, quindi, un invito non solo a preoccuparci materialmente di stare con i poveri ma fare in modo che ascoltarli possa essere strada per inserirli nella società». E conclude: «Non iniziative “per” i poveri, ma “con” i poveri, e non solo in occasioni straordinarie: piccole attenzioni quotidiane che fanno sentire ciascuno parte viva della comunità».
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Ma chi è oggi il povero in Sicilia? Secondo il Report statistico 2025 di Caritas Italiana, nei 182 centri d’ascolto delle 17 diocesi siciliane sono state accolte 12.351 persone, pari al 4,4% del dato nazionale.
Il quadro che emerge è complesso. Il 71,9% degli utenti è di origine italiana, e oltre la metà sono donne. Il disagio abitativo resta la principale emergenza che permane nonostante la presenza di tanti immobili nel territorio della Sicilia. A questo si aggiunge la forte incidenza della dispersione scolastica, che chiama le comunità a mettere l’educazione al primo posto.
Preoccupa anche la denatalità: nel 2024 la Sicilia ha perso 22mila residenti tra calo delle nascite e migrazioni. Il lavoro rimane un nodo critico: quasi un giovane su quattro tra i 15 e i 29 anni non studia e non lavora; aumentano gli occupati, ma soprattutto con contratti part-time o stagionali, che non garantiscono autonomia. In alcuni territori il fenomeno si intreccia con forme di sfruttamento: è il "lavoro povero" non adeguatamente remunerato.
Infine, cresce la questione legata all'aspetto sanitario e alla salute mentale. Caritas si rileva un aumento delle fragilità psicologiche e della richiesta di supporto, fattori che spesso segnano il confine tra il rischio di cadere nella povertà assoluta e la possibilità di rialzarsi.
In conclusione la povertà in Sicilia, oltre la statistica, è una sfida umana e sociale alla quale i vescovi dell'Isola invitano tutte le comunità cristiane a rispondere con solidarietà concreta, impegno educativo e una rinnovata attenzione verso gli ultimi, affinché nessuno venga lasciato indietro nel cammino di speranza e rinascita.