×

il futuro è già ora

Dal Meteo alla scuola: perché l'IA inciderà sempre di più sulle nostre vite

Servono responsabilità dei progettisti e norme per tutelare gli utenti, ma ci sono già scuole dove a dare i voti non sono i prof....

Redazione La Sicilia

13 Novembre 2025, 17:39

17:40

Dal Meteo alla scuola: perché l'IA inciderà sempre di più sulle nostre vite

Dalla meteorologia all’istruzione, passando per i laboratori scientifici, l’intelligenza artificiale sta maturando in direzione di applicazioni tangibili capaci di incidere sempre più sulla società. Per questo occorre prepararsi: dai progettisti dei modelli, chiamati ad agire con responsabilità, fino a un quadro normativo che tuteli gli utenti.

È il quadro emerso alla conferenza organizzata a Varsavia da Google Research@Poland, la prima iniziativa di questo tipo in Europa per la società di Mountain View. «Abbiamo un ruolo nel plasmare il futuro. L’IA è una tecnologia potente, che suscita discussioni e preoccupazioni e per questo penso che dovremmo considerare seriamente alcune normative sulla sicurezza dell’IA, in relazione per esempio al rischio che possa essere utilizzata da malintenzionati», ha dichiarato Yossi Matias, vicepresidente di Google e responsabile di Google Research.

La meteorologia è tra i settori in cui l’adozione è più vicina. Earth AI è il modello addestrato con dati meteorologici, geologici e geofisici a cui ricercatori, amministratori locali e cittadini potranno rivolgere domande sul rischio di fenomeni come tempeste e inondazioni.

Con AI co-scientist, l’intelligenza artificiale si appresta inoltre a entrare nei laboratori come assistente virtuale e, col tempo, potrebbe incidere sul modo stesso di fare ricerca. «Mi aspetto che l’IA abbia un impatto concreto nel tempo. Siamo ancora agli inizi, ovviamente, ma abbiamo alcuni esempi incoraggianti sul potenziale di questi strumenti», ha osservato Matias.

Queste prospettive promettono di accelerare l’indagine scientifica in molti campi, aiutando a risolvere problemi e a generare nuove domande in un circolo virtuoso che Matias definisce «ciclo magico della ricerca».

Calcolo quantistico, neuroscienze e sviluppo di farmaci potrebbero essere tra i primi ambiti a beneficiarne, anche se «per molti versi, siamo ancora agli inizi della nostra capacità di esplorazione scientifica». Basti pensare, ha aggiunto, che «un bambino può risolvere problemi che non sono ancora stati risolti dall’intelligenza artificiale. È chiaro che abbiamo ancora molta ricerca da fare».

Rilevanti anche le ricadute sull’istruzione: «Penso che l’IA la trasformerà», ha detto, sottolineando però che «dobbiamo anche essere consapevoli di sfide e rischi». La conseguenza più significativa, ha aggiunto, è che «aprirà l’opportunità di sviluppare ulteriormente questa tecnologia a un maggior numero di persone brillanti e creative».

Si parte dall’infanzia: l’iniziativa AI Quest promossa da Google potrà «aiutare a rendere l’IA accessibile ai bambini fin da piccoli». Uno dei nodi centrali, secondo Matias, è «come assicurarsi che i bambini e gli studenti non vengano influenzati dall’IA nel loro modo di pensare»: una delle nuove questioni su cui occorrerà trovare risposte.

Intanto, in Ghana, in una scuola di Accra, è in corso una sperimentazione di un sistema di valutazione basato sull’IA che fornisce feedback quotidiani agli studenti e consente agli insegnanti di dedicare più tempo alla didattica.