La Giornata del Gatto nero
La leggenda di Micio, il gatto nero di Taormina protettore della città
Superstizione e bellezza senza tempo, il mistero dei gatti neri celebrati il 17 novembre: dal folclore all'arte, ai cartoons, un animale mito che non porta sfortuna, porta magia
Da sempre il gatto nero ha camminato al confine tra il mistero e la realtà, tra il sacro e il profano, tra l’amore incondizionato di chi li adora e la superstizione che ancora oggi li mortifica (sempre che si possa mortificare un gatto). In Sicilia, questo felino dall'aura enigmatica ha radici profonde, non solo nel folklore ma anche nella cultura popolare, dove il gatto nero ha acquisito una sorta di simbologia "di protezione” difficile da decifrare, in ogni caso da prendere con le pinze.
Cominciamo dalla Scienza. Il gatto nero non è una “razza” ma si riferisce solo al colore del manto del felino dovuto alla pigmentazione più scura della pelle. Il colore dipende dalla presenza di un gene, il B (black), e spesso non si tratta di gatti neri tout court, ma di gatti neri striati con nuance più o meno scure.
Ma da dove nasce la superstizione? Fin dai tempi antichi, il gatto nero è stato oggetto di miti e credenze che hanno attraversato secoli e culture. Spesso considerato un messaggero di sventura o, nei periodi più oscuri della storia, associato alla stregoneria (con annessa donna strega e pratiche magiche) il suo colore scuro, profondo come la notte, evocava mistero e inquietudine.
In Italia, e in particolare in Sicilia, dove la narrazione di storie e leggende è sempre presente, il gatto nero ha sempre avuto una connessione forte con la superstizione. Se attraversa la strada, si dice storicamente che porti sfortuna. Se lo si vede in casa, le cose potrebbero iniziare a prendere una piega negativa. Ma c'è un lato affascinante e nascosto in questa figura: il gatto nero è anche simbolo di protezione, magia e mistero.

Flow il gatto nero protagonista del film d'animazione premio oscar nel 2024
Ma non è tutto. Si racconta infatti che, ogni volta che la Sicilia veniva invasa da forze straniere o minacciata da calamità naturali, l'apparizione di un gatto nero nei pressi di un villaggio o di una casa sarebbe stata un segno di protezione. Non portava sfortuna, ma veniva considerato un guardiano che vegliava sulla sicurezza delle persone.
Ancora oggi, in alcune zone dell'isola, il gatto nero è visto come un custode degli spiriti, una figura che attraversa le case come un'ombra che si insinua nei sogni e nelle paure, ma che allo stesso tempo protegge e rassicura, come se fosse un ponte tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti. Del resto, in Sicilia, il senso della morte è sempre presente in tantissime celebrazioni, religiose o meno in tutte le comunità, anche se in forme diverse.

Per quanto riguarda il gatto nero, oltre alla superstizione, c’è una bellezza senza tempo che lo caratterizza. La sua figura elegante e misteriosa — alla quale hanno contribuito artisti e cineasti — con il mantello scuro che riflette le luci della luna e gli occhi intensi che sembrano leggere nell’anima, esercita un fascino che travalica le leggende. Non è solo il suo aspetto a incantare, ma la sua presenza silenziosa, il suo passo felpato, il modo in cui si muove come una figura eterea, un’ombra che scivola sulla terra.

L'iconico manifesto "Le Chat Noir" disegnato da Théophile-Alexandre Steinlen per il famoso cabaret parigino nel 1896, diventato un simbolo della Belle Époque e dell'Art nouveau
Oggi, in un’epoca in cui le credenze più antiche sembrano aver perso di potere, se non altro per una questione anagrafica che man mano porta alla perdita delle storie raccontate dagli abitanti più anziani , si cerca finalmente di ribaltare la superstizione che ha oscurato la figura del gatto nero. Infatti in Sicilia, come in molte altre parti del mondo, si stanno svolgendo iniziative per sensibilizzare le persone a guardare oltre le leggende e a riconoscere la bellezza e l’importanza di questi animali.
Il 17 novembre, non a caso il 17 altro numero evitato come la peste dai superstiziosi, viene celebrata la Giornata del Gatto Nero (ideata da Associazione Italiana Difesa Animali & Ambiente), un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica e per combattere le discriminazioni nei confronti di questi felini. In molte case siciliane, i gatti neri sono amati e rispettati per il loro carattere affettuoso, per la loro grazia, ma anche per la loro incredibile capacità di essere tanto misteriosi quanto affettuosi. L’idea che portino sfortuna è ormai superata (?), lasciando spazio a una nuova consapevolezza.

A riprova di tutto ciò esiste una storia che circola tra le viuzze di Taormina, un aneddoto che ancora oggi fa sorridere gli abitanti. Si racconta che, tanti anni fa, una giovane donna siciliana, innamorata della sua terra e della sua tradizione, adottò un gatto nero che trovò randagio in una delle piazzette più antiche della città. Decise di chiamarlo Micio, un nome semplice, ma che nascondeva un legame profondo con la magia e il mistero.
Un giorno, Micio sparì. La donna lo cercò per giorni, ma senza successo. Pochi mesi dopo, quando ormai aveva perso ogni speranza, Micio ricomparve, proprio davanti alla sua porta, come se nulla fosse successo. La leggenda vuole che quel ritorno sia stato un segno di protezione, che Micio fosse un “guardiano” che aveva vegliato su di lei durante la sua assenza.