La SSD Città di Acireale, appresa la notizia legata al DASPO di tipo amministrativo comminato al Presidente Giovanni Di Mauro, riporta le parole dello stesso Presidente:
«Sono molto amareggiato per questo, ma ripongo la massima fiducia nella legge, ragion per cui verrà fatto ricorso al TAR, acquisendo la documentazione e tutte le immagini a corredo della decisione a mio carico.
Va detto, comunque, che non posso non pormi delle domande, e la prima è: come si fa a dare un DASPO al Presidente di una squadra di calcio che da oltre un anno riceve minacce, insulti, attacchi? La città è stata tappezzata di striscioni volgari, aggressivi, e nessuno si è premurato di intervenire. Sono stato aggredito più volte, sotto casa mia sono venuti oltre quaranta tifosi con le bombe carta, e contro nessuno di questi è stato preso un provvedimento. Ci sono stati tentativi di aggressione e ci sono state aggressioni nei confronti dei miei figli, e contro gli autori non è stato preso alcun provvedimento. Lo scorso 12 settembre sono stato aggredito sotto casa, riportando una frattura al braccio, e non è stato preso alcun provvedimento. Ricordo che lo scorso anno, al rientro dalla gara di Paternò, ho subito un'aggressione mentre ero in auto, e diversi tifosi colpiti da DASPO sono saliti sul pullman dei calciatori senza che nessuno prendesse provvedimenti, ma autorizzati e accompagnati da un poliziotto della Digos, lo stesso che a un metro dalla mia auto ha assistito a minacce e aggressioni senza intervenire. Allo stesso modo, quest'anno io e i dirigenti siamo stati aggrediti sul traghetto di ritorno in Sicilia, dopo un match in Calabria, e ancora una volta su nessuno degli aggressori è stato preso alcun provvedimento. Cosa dovrei pensare, quindi? Che viene colpito un solo individuo per fermarne trecento?
Per il provvedimento nei miei confronti è stato impugnato un fatto accaduto in campo alla fine del match contro il Messina riguardo il quale i tre arbitri e il commissario di campo non hanno fatto alcuna segnalazione. Il giudice sportivo non ha ritenuto di doversi pronunciare, ma io subisco un DASPO amministrativo. Per di più, a quanto mi risulta, nel corso delle indagini inerenti questa vicenda è stata sentita una delle due parti in causa, cioè il vice allenatore del Messina: perché solo lui?, mi chiedo. In un caso del genere non vanno sentite entrambe le parti? Ci si basa su una sola versione? Non esiste alcun contraddittorio? È in questo modo che vengono prese decisioni così importanti?
Come detto, comunque, ho fiducia nella legge e so che nel ricorso al TAR potrò avvalermi anche di queste immagini. Per il resto, so che continuerò a rimanere in sella all'Acireale, per quella che adesso è diventata una battaglia per la verità. Lo devo a chi crede nella giustizia e lo devo alle oltre sessanta famiglie che sono legate all'Acireale per il tramite di chi lavora per i colori granata, oltre che a tutto l'indotto. Per tutti loro sento di avere una responsabilità importante, perciò non mi arrendo e non mi arrenderò».