MEDIO ORIENTE
Ostaggi liberi, ritiro dell'Idf: ecco il piano di Trump in 21 punti per il futuro di Gaza
Dal cessate il fuoco immediato all'amnistia e disarmo per Hamas, aiuti massicci e ricostruzione sotto supervisione internazionale, possibile percorso verso uno Stato palestinese
«Gaza sarà una zona deradicalizzata e liberata dal terrorismo che non rappresenterà più una minaccia per i suoi vicini. E sarà riqualificata a beneficio della sua popolazione». Inizia così il piano in 21 punti messo a punto dall’amministrazione Trump e anticipato da media israeliani e arabi.
OSTAGGI LIBERI E VIA L’IDF. Se entrambe le parti accetteranno la proposta, «la guerra finirà immediatamente, con le forze israeliane che interromperanno tutte le operazioni e si ritireranno gradualmente dalla Striscia». «Entro 48 ore dall’accettazione dell’accordo tutti gli ostaggi, vivi e deceduti, saranno restituiti». Quindi, «Israele libererà diverse centinaia di prigionieri palestinesi all’ergastolo e oltre 1.000 abitanti di Gaza arrestati dall’inizio della guerra».
AMNISTIA, ESILIO E DISARMO PER HAMAS. Ai leader e ai militanti dell’organizzazione «che si impegnano a una coesistenza pacifica verrà concessa l’amnistia», mentre a chi volesse lasciare la Striscia «verrà garantito un passaggio sicuro verso i Paesi di destinazione». Il gruppo dovrà cedere tutte le armi, da consegnare a una forza araba e internazionale.
AIUTI ILLIMITATI. «Arriveranno nella Striscia» con un ritmo di «600 camion al giorno» e «saranno distribuiti dalle Nazioni Unite e dalla Mezzaluna Rossa, insieme ad altre organizzazioni non associate né a Israele né a Hamas». Sarà chiuso il controverso Gaza humanitarian fund (GHF).
GOVERNO TEMPORANEO. Sarà «composto da tecnocrati palestinesi» e «supervisionato da un nuovo organismo internazionale istituito dagli USA in consultazione con i partner arabi ed europei». Resterà in carica fino al completamento del programma di riforme dell’Autorità Nazionale Palestinese. In questo quadro «Hamas non avrà alcun ruolo».
RICOSTRUZIONE. Sarà «elaborato un piano economico per la ricostruzione di Gaza» e «istituita una zona economica, con tariffe di accesso ridotte». Ai residenti viene promesso che «nessuno sarà costretto a lasciare Gaza, ma coloro che sceglieranno di andarsene potranno tornare».
FORZA DI STABILIZZAZIONE INTERNAZIONALE. Gli Stati Uniti «collaboreranno con i partner arabi e altri alleati per sviluppare una forza temporanea di stabilizzazione internazionale», immediatamente dispiegata a Gaza, che «addestrerà una forza di polizia palestinese».
NO ALL’ANNESSIONE DI STRISCIA E CISGIORDANIA. Tel Aviv «non occuperà né annetterà Gaza e la Cisgiordania». L’IDF «consegnerà gradualmente il territorio attualmente occupato» e Israele «accetterà di non effettuare futuri attacchi in Qatar».
LO STATO DELLA PALESTINA. «Una volta che la riqualificazione di Gaza sarà stata portata avanti e il programma di riforma dell’ANP sarà stato implementato, potrebbero esserci le condizioni per un percorso credibile verso la creazione di uno Stato palestinese».