Lavoro
Cimitero di Aci Catena, rischio cassa integrazione per 5 lavoratori
Cinque muratori potrebbero essere costretti a non lavorare per via della mancata traslazione di nove feretri dalle fioriere ai colombari. Accordi disattesi e impresa ancora al palo
Rischiano di essere collocati in cassa integrazione i cinque muratori del cimitero di Aci Catena, dipendenti della Sgc, società di gestione cimiteriale, che ha in appalto l’ampliamento della nuova ala del camposanto. Il progetto prevede anche la realizzazione di un Tempio crematorio.
A rallentare i programmati lavori, sarebbe la traslazione di 9 feretri dalle fioriere ai colombari. Un vero obbrobrio, da rimuovere per dare degna sepoltura alle spoglie dei defunti, inumati nei vasconi-fioriere, disposti ai lati del corridoio centrale, trasformati in sarcofagi per sopperire alla ventennale carenza di sepolture.
La realizzazione delle 88 tombe del “lotto 2”, dei 6 previsti negli accordi, non può essere avviata se non si rimuovono le salme dai “contenitori” che dovranno essere abbattuti e al loro posto erigere i muri perimetrali, in continuità progettuale e ad ultimazione della nuova area tumulazioni.
Nella delibera di Giunta comunale, risalente all’agosto del 2018, venivano stabiliti tempi e modalità di trasferimento delle spoglie nei loculi disponibili. Accordi disattesi e i ritardi accumulati stanno bloccando le previste opere.
Oltretutto, senza la consegna dei manufatti cimiteriali è complicato riequilibrare anche il Piano economico finanziario, in quanto non si ha assolutamente certezza di investimenti e ricavi.
In un’altra delibera, risalente allo scorso marzo, l’organo collegiale stabiliva l’urgenza di rimuovere le salme dalle fioriere, ma anche in questo caso nulla è stato fatto.
L’impresa, aggiudicataria del progetto di finanza, continua a inviare per iscritto solleciti all’ufficio tecnico, senza ricevere risposta, impedendo di fatto l’avvio dei lavori concordati, obbligando il concessionario a porre in cassa integrazione le maestranze: operai specializzati e con anni di esperienza nel settore dell’edilizia cimiteriale.
Nessuno prende provvedimenti, la situazione rischia di degenerare e cinque padri di famiglia potrebbero perdere il posto di lavoro.
Insomma, un’altra tegola per il cimitero catenoto al centro di un’inchiesta del Comando Compagnia dei carabinieri di Acireale, coordinati dalla Procura di Catania, che ha portato alla luce lo scempio e la mala gestione del camposanto, tra abbandono di bare, casse in zinco e paramenti funerari sulla nuda terra.
Inquietante il materiale organico rinvenuto nell’Ossario, di cui si sono smarriti i registri, e intere aree dichiarate inagibili dopo il sopralluogo dei vigili del fuoco, tanto da essere state sottoposte a sequestro cautelare, insieme alla fossa comune e al terreno discarica, con possibili infiltrazioni di percolato da scarti cimiteriali nelle falde acquifere.
Il Comune di Aci Catena, in grave dissesto finanziario, dovrà farsi carico delle spese di recupero e trasferimento in discarica dei rifiuti speciali.
Il licenziamento forzato degli operai da parte dell’impresa, impossibilitata a proseguire i lavori stabiliti negli accordi contrattuali con l’ente, rimarca una situazione assai complessa, con inevitabili ricadute sulla pianificazione e il completamento delle attività lavorative.