Borgata
Dove correvano i treni ora crescono i rovi
Tra verde incolto e abbandono, via Cuma diventa simbolo del degrado della Borgata. I residenti: «Qui topi e zanzare, altrove riqualificazione e decoro».

Rifiuti in via Cuma a Siracusa
A Siracusa, nel cuore della Borgata, via Cuma è diventata il simbolo del degrado urbano. Lì dove un tempo correva la vecchia cintura ferroviaria oggi si stende un tratto di asfalto assediato da erbacce e incuria, a pochi passi da via Dionisio il Grande.
Quella che avrebbe potuto essere una passeggiata tra verde e memoria industriale si è trasformata in una giungla incolta, dove i marciapiedi scompaiono sotto rifiuti e potature abbandonate. Tasselli di legno e vecchi alberi si mescolano alla vegetazione che invade persino i prospetti delle case, coperti di edera e fogliame.
Lì dove un tempo correvano le rotaie adesso insistono microaree a verde sporche e colme di resti di falciature e potature. «Qualche residente – rivela Giacomo – pulisce il proprio giardino ma poi getta gli scarti oltre il muro, trasformando i marciapiedi in discariche vegetali a cielo aperto».
Dopo i primi tempi in cui la battuta “visto che c’è il verde a Siracusa” faceva sorridere, adesso gli abitanti digrignano i denti e lanciano accuse sia ai dirimpettai sporcaccioni «che tirano l’immondizia oltre il muro» sia all’Amministrazione che «potrebbe anche ordinare una pulizia straordinaria di questo tratto di strada».
Sulla proprietà dell’ex tragitto ferroviario in passato si era acceso un contenzioso poi risolto, la responsabilità comunale della pulizia è comunale e anche se a singhiozzo viene effettuata, troppo raramente per chi vi abita: «Dalle palme saltano fuori i topi che atterrano nei nostri balconi e nelle nostre terrazze», in estate «ci sono eserciti di zanzare e scarafaggi», e – fa la spia qualcuno – «certi residenti di nascosto avrebbero allargato il perimetro della propria proprietà inglobando parti dell’ex cintura ferroviaria, tra il marciapiede e i muri di cinta».
I turisti «si sentono fregati – ammette Nando, proprietario di un b&b – Dal balcone su via Riva Dionisio il Grande vedono il mare, poi da quello posteriore questa foresta sporca piena di ratti e immondizia».
L’invidia e la rabbia la fanno da padrone, per i residenti: «Cinquanta metri più avanti hanno riqualificato via Agatocle, e sempre di ex cintura ferroviaria si tratta. Lì terra di signori e qui ghetto degli zulù?» rimprovera Pino, residente. «E io per protesta – sommo paradosso – ci butto l’immondizia dalla finestra».