San Michele di Ganzaria
Allarme cinghiali in campagna: «Segnalate diverse invasioni»
Il sindaco Parasole: «I branchi scendono dalla Montagna Ganzaria»

San Michele. Coltivazioni compromesse, bestiame a rischio e pericoli per la circolazione stradale. A San Michele è scattato l’allarme cinghiali. Da qualche settimana, il territorio del piccolo centro calatino è stato preso d’assalto da branchi del pericoloso animale selvatico, da cui, guarda caso, deriva il termine Ganzaria, che in arabo “Yhanzaria” sta per indicare appunto “cinghialeria”. La sua presenza è stata accertata in diverse zone della Montagna Ganzaria, da cui era scomparso da decenni, e nelle contrade Consorto, Gatta e Tempio, dove insistono decine di aziende agricole che producono olio, vino e ficodindia di alta qualità.
Il loro passaggio, che avviene in gruppi composti da decine di esemplari anche di notevole stazza, causa danni ingenti alle colture, alle infrastrutture, all’ambiente e infine pure ad animali da allevamento. Ciò sta gettando nello sconforto i tanti proprietari terrieri che, quasi giornalmente, debbono far fronte a una problematica impensabile fino allo scorso anno, quando l’avvistamento del cinghiale era un caso più unico che raro. A parte i danni all’agricoltura, la ricomparsa del mammifero rappresenta pure una seria minaccia sia per la sicurezza stradale, poiché non è difficile scorgerli mentre attraversano le Ss 124 e 117/bis, sia per il rischio di trasmissioni di malattie. Al momento, non si registra un loro stazionamento in aree urbane di San Michele, ma le cronache che giungono da altre realtà inducono le istituzioni a non abbassare la guardia.
«Sono stati tanti i cittadini - sottolinea il sindaco Parasole - che hanno segnalato nelle ultime ore l’invasione delle loro proprietà da parte di branchi di cinghiali, che hanno procurato danni di ogni genere soprattutto sulla Montagna Ganzaria. Il loro numero è piuttosto consistente e dalle tracce lasciate sul terreno abbiamo appurato che provengono dalle contrade Ciminia e Cutuminello. Al più presto porterò la vicenda all’attenzione degli organi competenti». «Da mesi la Cia - evidenzia il dirigente provinciale Calogero Giancona - è impegnata nel denunciare i gravi impatti economici e sociali che derivano dall’eccessiva presenza di cinghiali in Sicilia. Una risposta potrebbe arrivare dalla modifica della legge 157/92 che regola la fauna selvatica». La proposta Cia conferisce agli agricoltori, in possesso di licenza venatoria, la possibilità di partecipare a piani di contenimento.