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Tribunale

La strage di Casteldaccia e i sei operai morti: ci sono quattro nuovi indagati

Strage di Casteldaccia: quattro nuovi indagati tra i dirigenti Amap, accuse di omesso controllo e violazioni negli appalti dopo la morte di cinque operai durante uno spurgo

Luigi Ansaloni

08 Ottobre 2025, 19:05

Tragedia Casteldaccia

La strage di Casteldaccia

Quattro nuovi indagati nell’inchiesta sulla strage del lavoro di Casteldaccia, in provincia di Palermo, in cui il 6 maggio dello scorso anno persero la vita cinque operai durante interventi di spurgo nella rete fognaria. La Procura di Termini Imerese, guidata dalla procuratrice facente funzione Concetta Federico, ha iscritto nel registro degli indagati quattro dipendenti dell’Amap, la società partecipata del Comune di Palermo che gestisce il servizio idrico.

Si tratta di Wanda Ilarda, responsabile dell’ufficio appalti; Salvatore Rappa, responsabile del procedimento; Geri Costa, responsabile del servizio protezione e prevenzione; e Sergio Agati, responsabile dell’impianto di sollevamento di Casteldaccia. Secondo gli inquirenti, i quattro avrebbero avuto un ruolo, ciascuno per le proprie competenze, nell’operazione di spurgo del tratto di condotta interessato. Le ipotesi di reato, a vario titolo, vanno dall’omesso controllo a violazioni in materia di appalti.

Già nelle settimane successive alla tragedia erano stati indagati Gaetano Rotolo, ex dirigente Amap responsabile dei lavori; Giovanni Anselmo, amministratore unico della società Tek di San Cipirello, aggiudicataria dell’appalto; e Nicolò Di Salvo, contitolare della ditta Quadrifoglio, cui era stata affidata in subappalto una commessa da 100 mila euro. Per questi ultimi l’accusa è di omicidio colposo plurimo in concorso, aggravato dalla violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. Nel disastro persero la vita Epifanio Alsazia, uno dei titolari della Quadrifoglio di Partinico, Giuseppe Miraglia, Roberto Raneri, Ignazio Giordano e il lavoratore interinale dell’Amap Giuseppe La Barbera. Si salvarono in quattro: Giovanni D’Aleo, Paolo Sciortino, Giuseppe Scavuzzo e Domenico Viola.