L'intervista
Trapani, la sfida Tranchida-Antonini continua a livello giudiziario: «Ho presentato sette querele»
Il Comune finora non ha accolto le fatture inviate dalla società di basket. Il prossimo 11 dicembre nuovo incontro
È un Giacomo Tranchida più sereno quello che partecipa in questi giorni alle prime iniziative natalizie che si stanno svolgendo a Trapani. Vuoi vedere che il mancato e quotidiano pressing video social di Valerio Antonini (il patron delle due squadre di calcio e basket, nonché presidente di un movimento politico cittadino, ha interrotto da alcuni giorni la sua esposizione mediatica) ha restituito energia al sindaco? Attenzione, è una pura e semplice sensazione del cronista. Che giriamo all'interessato, che risponde usando metafore: «Ho le spalle larghe ed ho resistito per cinque mesi con stile istituzionale all'ondata di fango e di pressioni che sono arrivate anche sul piano politico. Io ritengo di avere le radici ben piantate a terra. A Trapani siamo abituati al vento, che poi alla fine passa. E se hai radici ben piantate, il vento ti fa solo una carezza». Antonini al momento è impegnato a risolvere i nodi della squadra di basket dopo le dimissioni piuttosto rumorose dell'allenatore Repesa e le altre questioni che lo vedono contrapposto alle autorità federali.
La città è comunque seriamente preoccupata per le vicende delle due belle realtà sportive cittadine, in un mix complesso tra risultati positivi, penalizzazioni e incertezze sul futuro. E, al di là delle polemiche con Antonini, dovrebbe essere preoccupato anche Tranchida: «Questo nuovo scenario onestamente mi spiace, spero che per il mondo sportivo non ci sia un epilogo negativo. Mi dispiace per quei sogni che erano anche un po' enfatizzati, ma che comunque venivano concretamente portati avanti. Confermo che in sede transattiva, con spirito partecipativo e con responsabilità, noi continuiamo a lavorare per una soluzione giuridica legale individuata dai nostri esperti. Ma sta alla controparte rimuovere formalmente le cause che hanno provocato la situazione attuale. Gli uffici il prossimo 11 dicembre si aspettano un atteggiamento responsabile da parte della società».
Ma le fatture sui lavori eseguiti nell'impianto sportivo, più volte annunciate da Antonini, sono state ricevute dai vostri uffici?
«Quelle arrivate sono state respinte non sono né pertinenti né dovute. Se uno dice che ha fatto spese x, deve documentarlo e dimostrarlo, così come prevede la legge. Se non riesci a documentare, vuol dire che hai speso di meno. La norma sulla rendicontazione è chiara, non me la invento. Il mio auspicio è che con un attimo di serenità prevalga il buon senso e si possa andare avanti».
C'è anche un aspetto giudiziario sullo sfondo della sua sfida con Antonini. Nel corso degli ultimi mesi entrambi avete più volte annunciato denunce alla magistratura. Lei le ha presentate davvero?
«Io ne ho fatte sette, citando responsabilità individuali del soggetto e anche un tentativo di intimidire la pubblica amministrazione. Due sono contro ignoti per la questione dei miei profili social hackerati e mi sono autodenunciato quando mi si accusava di reati fiscali e di vicinanza con agenti imprenditoriali che sarebbero stati vicini alla mafia quando ero sindaco di Valderice».
Cambiamo argomento. Il consiglio comunale ha approvato una mozione con cui si impegna l'amministrazione a richiedere all'Autorità del Sistema Portuale della Sicilia occidentale azioni concrete per il porto di Trapani, da un cronoprogramma dei lavori di dragaggio alla revisione del sistema delle tariffe. Cosa state facendo?
«Martedì mattina a Palazzo D'Alì ci sarà il tavolo tecnico, in vista dell’incontro con il commissario Annalisa Tardino fissato giorno 12. Con il precedente commissario Pasqualino Monti in sinergia abbiamo puntato ad investimenti e messo mani all’attesa bonifica dei fondali, allo stato in fase di stallo nel suo indispensabile completamento. E non si hanno più notizie circa gli attesi finanziamenti per la riqualificazione del waterfront. Dobbiamo fare leva sul comune interesse istituzionale, politico e socio economico, per il rilancio del porto, dobbiamo agire in maniera unitaria e determinata ed in ogni sede».